We Have a Dream. Gandhi, Mandela e King nella Nieuwe Kerk di Amsterdam.

Dal 16 Settembre 2017 fino al 4 Febbraio 2018, è possibile visitare fra gli immensi spazi della Nieuwe Kerk di Amsterdam la mostra dedicata a tre personaggi che hanno rivoluzionato la storia del secolo scorso.

 Una mostra, tre leader

Stiamo parlando del Mahatma Gandhi, del sudafricano Nelson Mandela e dello statunitense Martin Luther King, tre uomini che nonostante provenissero da diversi continenti sono stati capaci di influenzarsi a vicenda, al fine di combattere, attraverso la non violenza, le ingiustizie scaturite da anni ed anni di dominazioni straniere nei loro paesi natii.                                                                    Attraverso video interattivi e reperti storici è permesso ai visitatori di avere un confronto ravvicinato con i rivoluzionari di quegli anni , mettendo in evidenza le caratteristiche principali e gli eventi cardine che hanno reso questi uomini così importanti.

Gandhi, la teoria del satyagraha e l’importanza del Khadi

La mostra segue un ordine cronologico, è per questo che il primo personaggio ad essere presentato è proprio Gandhi, l’avvocato indiano che, una volta conosciuto il mondo europeo, si rese conto di come il suo paese fosse fortemente sottomesso alla corona inglese. Fra i diversi pannelli descrittivi vi sono alcuni che mettono in evidenza le principali forme di protesta pacifica, adottate seguendo la teoria del satyagraha, ovvero della resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa. Queste ribellioni non violente vennero messe in atto a partire dal 1908, anno in cui l’avvocato iniziò ad opporsi al sistema, bruciando pubblicamente circa 2000 passaporti in quanto etichettavano i civili indiani come inferiori. Seguendo il percorso dedicato a questo primo personaggio un gran numero di veli bianchi sembrano collegare le varie postazioni di approfondimento, volte a ricordare il ruolo fondamentale del Khadi, la tipica veste bianca indossata dal rivoluzionario, la quale, divenne il simbolo di questa lotta per dimostrare come il paese asiatico fosse capace di creare una economia autosufficiente, che andasse a contrastare l’enorme industria tessile inglese; basata sullo sfruttamento delle risorse del territorio indiano.

Mandela e l’apartheid

Superato lo spazio dedicato all’ex avvocato indiano si può entrare in una costruzione a forma rettangolare dove su grossi cubi azzurri e bianchi vengono trattate le informazioni riguardo Nelson Mandela e l’apartheid, ovvero la segregazione razziale che venne istituita nel secondo dopoguerra dal governo di etnia bianca del Sudafrica, e rimase in vigore fino al 1994, anno in cui questo attivista sudafricano venne eletto come primo presidente “non-bianco” di questo stato, attraverso il suffragio universale. Parte della mostra si sofferma sulla lunga incarcerazione durata ben 27 anni, che Mandela ha dovuto patire a causa dei suoi ideali e delle sue origini, il politico però non perdendosi d’animo è stato ripagato vincendo anche un premio Nobel, diventando l’uomo simbolo dell’uguaglianza e dell’anti-razzismo.                                                                                                      Su di un megaschermo posto al lato della sala vi è proiettato un video raffigurante popolazioni aborigene le quali ballano e cantano felicemente dopo aver scoperto che il loro leader è stato scarcerato, consapevoli del fatto che il regime razzista aveva ormai i giorni contati.  

King ed il suo sogno

Dopo l’Africa è il turno degli Stati Uniti, alti pannelli rossi e neri descrivono come le ingiustizie razziali erano presenti in quel territorio anche dopo la seconda guerra mondiale. I “neri” infatti, dovevano sottostare ad alcune leggi umilianti, come il dover sedersi nelle file posteriori dei bus pubblici, lasciando quelle anteriori alla “razza superiore”. Stanco di questa subordinazione, ampiamente presente soprattutto nel sud degli USA, Martin Luther King decise di intraprendere una campagna politica volta ad offrire uguali diritti. Egli venne influenzato non solo dalla politica antiviolenta di Gandhi ma anche dall’azione rivoluzionaria di Rosa Parks, una donna di colore che venne arrestata per essersi seduta nelle prime file di un autobus.                                                                                                    Nella zona dedicata a King, un lungo corridoio è stato ricoperto da un telo bianco, sul quale viene proiettato l’inconfondibile discorso del politico statunitense, mentre alzando lo sguardo, un secondo telo proietta il video ufficiale del medesimo discorso, che venne tenuto pubblicamente nel Lincoln Memorial di Washington il 28 Agosto 1963.

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