Si fa sempre più concreto il ritorno della prostituzione per le strade di Utrecht, dopo gli scandali che avevano coinvolto la città pochi anni fa, portando allo smantellamento di tutte le attività ad essa legate. È stata avviata infatti la costruzione del nuovo quartiere a luci rosse nella zona di Niewe Zandpad.
La città, che nel 2013 era stata al centro di uno scandalo riguardante la prostituzione sulle barche e che era sfociato in accuse di traffico di esseri umani a carico di un ex manager di Wegna, sembra essersi messa il passato alle spalle. La chiusura del quartiere a luci rosse aveva comportato la perdita di lavoro per oltre 200 donne e portato a diverse proteste da parte delle neo disoccupate, nonché privato la città di una cospicua fetta di turismo (sessuale), dirottata sulla vicina Amsterdam.
Svariati casi simili sono stati registrati nei Paesi Bassi negli ultimi anni, dove la prostituzione è legalmente regolamentata, portando alla chiusura di diversi bordelli e vetrine con l’accusa di attività criminali.
Già nel Settembre 2015 la maggioranza del consiglio municipale si era però detta favorevole alla possibilità di un eventuale ritorno previsto per il 2017 di un nuovo distretto a luci rosse, poco lontano dalla zona in cui era precedentemente collocato. Tuttavia le severe condizioni d’uso del nuovo quartiere avevano scoraggiato eccessivamente i possibili interessati al passaggio di attività da Amsterdam a Utrecht.
Ieri il sindaco di Utrecht – Jan van Zanen – ha indirizzato una lettera al consiglio cittadino riguardante la questione che potrebbe portare ad un’apertura anticipata sui tempi previsti, alleggerendo le condizioni di richiesta per eventuali affittuari. È stato inoltre abbandonato il progetto iniziale, che prevedeva un unico affittuario per l’intera area, preferendo invece un sistema di appalti per molteplici acquirenti.
Intanto, è stata avviata la costruzione dei nuovi bordelli. L’impresa edile incaricata parla di circa 162 luoghi di lavoro con diverse facciate e circondati da vegetazione, soprattutto per coprire il retro degli edifici e aumentare la discrezione delle lavoratrici del sesso. Diverse imprese hanno ora manifestato interesse, tra cui Freya, che ha già avanzato la proposta di aprire 17 vetrine ad Hardebolenstraat. Tuttavia contrari sembrano essere i pareri della municipalità, che vorrebbe limitare il più possibile l’area dedicata alla prostituzione.
A luglio il sindaco di Utrecht dovrà approvare in via definitiva il progetto, che potrà eventualmente prendere il via prima di quanto preventivato lo scorso anno.