Il centro di Utrecht con le sue viuzze, i canali e la torre del duomo è sicuramente la parte più bella della città. A maggior ragione questo discorso vale per la sera, quando tutto è illuminato con luci piazzate appositamente per far risaltare i punti di forza dell’antico borgo. Eppure giovedì sera questo non pareva toccare più di tanto gli olandesi.
Città deserta
Le viuzze, i canali, la torre: ognuno dei simboli di Utrecht era privo di spettatori. Nessuno passeggiava per le vie del centro, mentre i gestori dei locali semideserti iniziavano, con discreto anticipo, a pulire tavoli e pavimenti e a spegnere le luci. Insomma la città era deserta: colpa della pioggia? No, impossibile che in Olanda ci si faccia spaventare da un po’ (perché poca ne è caduta quella sera) di pioggia. No, la colpa era delle semifinali dell’Eurovision Song Contest.
L’Eurovision Song Contest
Quello che in Italia è praticamente un festival semisconosciuto, infatti, in Olanda è un vero e proprio fenomeno di costume, capace di tenere incollato al televisore moltissimi telespettatori. Ma cos’è l’Eurovision Song Contest? Si tratta di una manifestazione musicale che, a partire dal 1956, vede contrapposti artisti provenienti principalmente da Paesi europei. La formula è abbastanza semplice: ciascuna nazione presenta il suo “portabandiera” e dagli altri Paesi è possibile votare la performance che si preferisce. Al voto popolare, che naturalmente non consente di optare per l’artista rappresentante il proprio Stato, si aggiunge quello di una giuria. Insomma, si tratta di una competizione molto simile al Festival di Sanremo, ma di portata continentale. E che ogni anno appassiona milioni di persone in tutto il mondo. Un po’ meno in Italia, dove probabilmente non si fece molto clamore per le vittorie di Gigliola Cinquetti (nel 1964 con il brano Non ho l’età) e di Totò Cutugno (nel ’90, con Insieme: 1992) e che portarono il festival nello Stivale: il Paese dell’artista che trionfa, infatti, ha il compito di organizzare l’edizione successiva della manifestazione che, attualmente, prevede due semifinali e la finalissima di sabato sera.
Occhi puntati su Kiev
L’attenzione di tutti sarà quindi rivolta sulla capitale dell’Ucraina che si è assicurata l’organizzazione dell’evento grazie a 1944 di Jamala, trionfatrice in Svezia l’anno scorso. Difficile dire quale dei ventisei brani rimasti in gara potrà portarsi a casa l’ambito microfono di cristallo (l’Italia partecipa con Occidentali’s Karma di Gabbani), ma è sicuramente più semplice azzardare una previsione: il tifo per Lights and Shadows delle O’G3NE, rappresentanti olandesi, sarà sicuramente molto. D’altronde i Paesi Bassi non conquistano l’Eurovision da qualcosa come quarantadue anni e tutti vogliono che questo lungo digiuno abbia fine, una volta per tutte. Insomma, sabato sera le bandierine rosse, bianche e blu sventoleranno nell’aria, mentre il centro di Utrecht, molto probabilmente, non sarà una meta tanto gettonata…
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