Fra le vie delle città olandesi è usuale trovare piccole capsule color argento tra i cigli delle strade. Raggruppate in modo disordinato le une vicino alle altre, le mini bombolette segnalano che il loro compito abbia a che fare con qualcosa di strano.
Che cosa sono queste capsule?
I piccoli oggetti color argento sono dei contenitori di monossido di diazoto, volgarmente chiamato anche gas esilarante. Una sostanza che trova impiego medico come analgesico e anestetico ma che viene utilizzata anche in deodoranti spray ed in moltissimi altri oggetti di uso quotidiano. Ultimamente però, il noto gas esilarante ha assunto una funzione secondaria e molto più pericolosa, tanto da poter essere paragonata ad una vera e propria droga diffusa fra i giovanissimi.
Chi ne fa uso?
La fascia media di coloro che inalano la sostanza dannosa comprende giovani fra i 13 ed i 17 anni. “ Vediamo in questo gruppo di consumatori una continua crescita in numero”, dice il ricercatore Ton Nabben. “Loro non vedono questo gas come una droga dato che possono comprarla facilmente in qualsiasi negozio in totale tranquillità”. Lo studioso afferma anche che gli adolescenti musulmani siano più incentivati a fare uso della sostanza in quanto quest’ultima, a differenza di alcool e cannabis, non è proibita nel Corano. I giovani consumatori concepiscono a malapena che la sostanza possa diventare una vera e propria droga e creare dipendenza; la facile reperibilità e la mancata informazione riguardo le conseguenze dell’assunzione giustificano quindi il crescente numero di tossicodipendenti. A fornire i dati sono i due istituti di ricerca che si occupano di traffico di droga, prostituzione e criminalità (Bonger Istituut) assieme a malattie mentali e dipendenza (Trimbos Instituut) i quali affermano che più di un terzo dei giovani che frequentano discoteche, fanno uso della nuova droga.
Quali sono le ripercussioni?
Inalare la sostanza è facilissimo e gli effetti iniziano a farsi sentire in meno di un minuto; da quel momento in poi l’assuntore della sostanza si sente stordito. Un abituale utilizzo del gas però, può portare ad acuti mal di testa, perdita di sensibilità alle dita, affaticamento e vertigini, mentre un’eccessiva assunzione può indurre addirittura alla paralisi. È ancora da scoprire quali possono essere gli effetti a lungo termine del gas di diazoto, dato che non ci sono ancora delle ricerche scientifiche riguardo l’argomento. È per questo che i diversi istituti si stanno impegnando a fornire più dati possibili attraverso l’aiuto di agenti di polizia, assistenti sociali e infermieri, i quali si trovano spesso a contatto con i giovani consumatori.
Provvedimenti legislativi
Il governo olandese ha intenzione di proibire la vendita del gas di diazoto ai più giovani in quanto il ministero della sanità pubblica, del benessere e dello sport (WVS) è fermamente convinto di dover rendere più difficile la vendita di questo prodotto nocivo, all’ingrosso come al dettaglio. Ad appoggiare questo punto di vista ci sono gli esperti nel campo delle droghe, i quali si stanno preoccupando della progressiva diffusione della sostanza. Il Ministro Bruins ed il segretario di stato Blokhuis credono che la situazione migliore sia quella di stabilire un quantitativo massimo di prodotto da poter essere comprato dai maggiorenni, al fine di controllare in maniera più attenta l’utilizzo appropriato della sostanza.
Un nuovo mercato nero
Con questa nuova droga si sta creando un vero e proprio mercato parallelo, su instagram o facebook gli adolescenti possono trovare un nuovo tipo di spacciatori. Parte dei “gas-dipendenti” infatti non cerca più di comprare la sostanza al bancone, dato che è ormai diffusa l’opinione secondo cui, chi compra delle capsule di gas vuole sballarsi per qualche minuto. Così Damian, 19 anni vende, con l’ausilio dei social, circa 90 scatole di sostanza esilarante a settimana; ognuna costa 25 euro ed è composta da 50 capsule. Per avere un suo guadagno personale aumenta di 8 euro il costo di ogni scatola e nonostante ciò il suo mercato continua ad andare a gonfie vele.
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