Dovete tornare in Italia dall’Olanda e siete preoccupati per quello che vi aspetta? Non sapete più cosa pensare tra voli cancellati, frontiere chiuse e direttive nuove ogni ora? Che fare in un periodo in cui un viaggio un tempo semplice, ora sembra impossibile? Niente panico, ItalianRadio corre in vostro soccorso per schiarirvi un po’ le idee. Vi raccontiamo le storie di tre ragazzi che hanno provato sulla loro pelle cosa significa tornare in Italia ai tempi del Coronavirus: eccovi il Diario della loro Odissea.
Premessa: NON vogliamo assolutamente incoraggiare degli irresponsabili ritorni nel Bel Paese. Se vi manca la vostra terra, il vostro mare e la cucina insostituibile delle vostre nonne, tenete duro, we feel you, ma adesso dobbiamo tutti ragionare lucidamente e fare quello che è meglio per noi stessi e per la comunità. Quindi, se le condizioni ce lo permettono, restiamo a casa ed evitiamo tutti gli spostamenti non necessari.
Tornare in Italia ai tempi del Coronavirus: Diario di un’Odissea
La storia di Fabrizio, Maman e Simona
Fabrizio, Maman e Simona sono tre ragazzi arrivati ad Utrecht a Febbraio di quest’anno per un tirocinio (Erasmus+ Traineeship) di pochi mesi nella redazione di ItalianRadio. Purtroppo, considerati diversi fattori personali ed economici, e su consiglio delle università di appartenenza, hanno deciso di tornare a casa prima del termine del progetto. Ovviamente con non poche difficoltà.
Fabrizio
“Sono arrivato ad Utrecht da Napoli il 3 Marzo e posso dire di aver vissuto l’esperienza Erasmus più breve ma intensa della storia. Dopo circa una settimana era già cominciata la quarantena in Italia, ossia tutti a casa, nessuno escluso. Comprendere la situazione era complicato, dal momento che mi trovavo a più di 1800 km di distanza da Napoli, in un paese dove i notiziari riportavano sì e no 100 contagiati.
Con il passare dei giorni, però, la preoccupazione cresceva, soprattutto dopo la notizia che quello del 16 Marzo sarebbe stato probabilmente l’ultimo volo da Amsterdam Schiphol diretto in Italia per un bel po’. Da qui la decisione di prendere subito uno dei voli Alitalia garantiti dalla Farnesina, da Bruxelles a Roma Fiumicino, e poi uno da Roma a Napoli. Dopo una febbrile settimana organizzativa, fatta di valigie da rifare anche se appena disfatte, e documenti e autocertificazioni stampati da gentili sconosciuti olandesi, ero pronto per ripartire. Scelsi il volo previsto per la mattina del 28 Marzo, allora erano ancora disponibili due voli al giorno.
Il viaggio è durato due giorni. Sono partito il 27 mattina, con un treno da Utrecht Centraal per Rotterdam alle 08:50. Da Rotterdam Centraal ho preso un treno per Anversa. Lì sono salito sull’ultimo treno del mio tragitto, quello per Bruxelles Centraal. Arrivato a destinazione ho subito preso un taxi per raggiungere la camera d’albergo prenotata il giorno prima.
Verso le 8:00 del giorno seguente ero in viaggio per l’aeroporto di Bruxelles, e dopo una piacevole chiacchierata con il tassista di origini arabe sull’importanza di apprendere più lingue possibili, mi sono diretto al mio gate. Volo in orario, tutto regolare, nessuna misura straordinaria. Sono arrivato a Roma Fiumicino alle 13:30, e tre ore dopo ero già sul secondo aereo della giornata, che mi ha portato a Napoli Capodichino alle 18:30. Arrivato a Napoli, mi aspettavo che la polizia mi fermasse per effettuare il controllo della temperatura e dell’autocertificazione. Inaspettatamente, non ho incontrato nemmeno un poliziotto sul mio cammino. Sono quindi uscito e con un taxi sono finalmente tornato a casa, in provincia. Quindi, in totale, ho preso: 4 treni (ca. 42€), 4 taxi e 2 aerei (ca. 250€).”
Maman e Simona
La storia di Maman e Simona, che risale a sole poche ore dopo quella di Fabrizio, è decisamente diversa. L’aria stava cominciando a cambiare, l’apprensione delle autorità a crescere. In poche ore, sono considerevolmente aumentati i controlli e i disagi.
Simona – “Per due settimane siamo state a discutere su quale fosse la decisione più saggia da prendere. La confusione era molta, la percezione dell’emergenza in Italia e in Olanda era praticamente opposta. Poi valutando con le nostre famiglie e università, abbiamo deciso di rientrare quanto prima. I voli dai Paesi Bassi per l’Italia erano ancora presenti e prenotabili sui siti di varie compagnie aeree, anche se non garantiti. Ho quindi provato a prenotare un volo da Schiphol a Genova, mia città d’origine, ma è stato cancellato dopo pochi minuti e ora sono in attesa di rimborso. Anche Maman aveva dato un’occhiata ai voli ancora disponibili (almeno così sembrava) dall’Olanda per Milano, la sua destinazione finale, ma avevano prezzi stellari e quindi non ha sprecato nemmeno un tentativo. Alla fine abbiamo deciso di prendere insieme il volo Alitalia garantito dall’ambasciata italiana da Bruxelles a Roma Fiumicino il 28 Marzo pomeriggio.”
Maman – “Un amico si era offerto di accompagnarci da Utrecht a Bruxelles in auto. Sarebbe stato comodissimo per noi, ma il disaccordo tra le autorità ci ha scoraggiato. Abbiamo contattato prima la polizia belga, che ci ha assicurato che il passaggio della frontiera in auto era consentito previa esposizione del biglietto aereo. Poi abbiamo contattato la polizia di frontiera olandese, che invece ci ha detto che in quel momento non era assolutamente possibile passare il confine in macchina. Insomma, alla fine, per evitare spiacevoli inconvenienti, abbiamo deciso di muoverci in treno. Siamo arrivate a Rotterdam Centraal in auto, per scoprire che il treno che contavamo di prendere era stato cancellato. Per fortuna per il successivo non c’era molto da attendere, e siamo partite per Anversa. Da lì abbiamo raggiunto, sempre in treno, l’aeroporto di Bruxelles.”
Simona – “L’imbarco era previsto alle 16:00, ed era già cominciato quando hanno bloccato tutta l’operazione. In Italia era appena entrato in vigore un nuovo decreto: i passeggeri non potevano lasciare Bruxelles se prima non fosse stata loro misurata la temperatura e se non fossero stati disposti sull’aereo a una distanza di 1,5 m l’uno dall’altro. Per fortuna l’aereo non era molto affollato e siamo stati ridistribuiti. Ma la questione della temperatura sembrava irrisolvibile, perché l’aeroporto non disponeva delle attrezzature necessarie. Dopo molto si è deciso che un compromesso accettabile era far firmare ai passeggeri un’autocertificazione, in essa dovevamo dichiarare il motivo del viaggio e di essere in buona salute. Abbiamo subìto un ritardo di diverse ore, siamo partiti alle 20.
A Bruxelles nessuno aveva mascherine o guanti, ma una volta atterrati a Roma il clima era molto diverso. La polizia ci ha fermati più volte per controllare documenti e autocertificazioni, per farcene firmare di nuovi e per misurarci la febbre. A qualcuno hanno fatto storie per i motivi poco validi del viaggio, ma li hanno fatti andare via ugualmente. Io e Maman abbiamo passato la notte in hotel a Roma e il giorno dopo abbiamo preso i rispettivi voli verso casa. Io sono partita per Genova, all’aeroporto è venuto a prendermi mio padre in auto: è consentito andare in aeroporto o in stazione a prendere un familiare, ovviamente da soli e mantenendo poi le distanze. Una volta a casa ho chiamato la ASL come da direttive nazionali per avvertirli che rientravo dall’estero. Ora sono in isolamento per 14 giorni, monitorata dall’ASL che chiama un giorno sì e uno no per sapere se ho dei sintomi.”
Maman – “Io ho preso il volo per Milano alle 14 del 29 Marzo. Purtroppo però, a differenza di Simona, ho dovuto fare Milano-Vigevano in taxi, spendendo 113€. Questo perché, nonostante l’università mi avesse mandato una mail comunicandomi che i miei genitori potevano venire a prendermi in aeroporto, i vigili non hanno permesso a mia madre di farlo.”
Tornare in Italia ai tempi del Coronavirus: Diario di un’Odissea
Se siete decisi a tornare in Italia, speriamo che il Diario di viaggio dei nostri ragazzi vi sia utile per affrontare la vostra personale Odissea. Ricordate però che loro sono partiti il 28 Marzo, e che ora molte cose possono essere cambiate. Purtroppo sia nei Paesi Bassi che in Italia (in Italia un po’ di più) i mezzi pubblici sono soggetti sempre più spesso a cancellazioni, ritardi e disagi simili. Lo stesso vale ovviamente anche per il Belgio, da cui fino al 30 Aprile sarà garantito un volo al giorno per Roma Fiumicino. Potete consultare il sito di Alitalia, per aggiornamenti sui voli e sui documenti di cui avete bisogno prima di partire. Inoltre, se avete dubbi riguardo a spostamenti e direttive, consultate il sito dell’Ambasciata Italiana in Olanda.