Benvenuti ad un altro episodio de La start-up di m****.
Alla fine dello scorso anno, la start-up olandese The Things Network ha raccolto circa € 295.000 con una campagna di crowdfunding per lanciare una nuova forma di internet: aperto, libero e incentrato sulle…”cose”.
Immaginate una casa in cui le piante vi avvertono quando devono essere innaffiate o il vostro gatto si nutre automaticamente. Poi allargate il concetto, espandetelo al vostro quartiere e alla vostra città. L'”Internet delle cose” è una rete di oggetti fisici, cose in senso lato, che sono stati dotati di software, sensori e connettività di rete. Questo permette loro di raccogliere e scambiare dati e migliorare il loro modo di lavorare, con una maggiore efficienza e con vantaggi economici.
L’idea alla base di Internet of Things (IoT) soggiunse nel 1990, quando il consiglio amministrativo di Philips, gigante dell’elettronica olandese, insieme con gli innovatori americani, coniò il termine ‘Ambient Intelligence‘. L’espressione si riferisce ad ambienti elettronici dotati di dispositivi che sono sensibili alla presenza di persone, in grado di percepire il cambiamento e trasmettere informazioni ad una base operativa- indipendente dal controllo umano. La teoria è che gli oggetti diventino utili per migliorare la vita dell’uomo in ogni modo possibile; tra il 2010 e il 2020 tutto questo sta diventando e diventerà realtà.
L’anno scorso, Wieke Giezeman, un imprenditore di start-up di serie, ha lanciato The Things Network. Obiettivo: istituire una rete di comunicazione degli oggetti in tutta Amsterdam. Ha pianificato la copertura di tutta la città insieme agli utenti, con l’aiuto di LoRa Wan (Long Wave Radio) che fornirebbe i gateway producendoli a basso costo. Con grande stupore, in sole sei settimane è stato raccolto più del necessario (fissato a € 195.ooo) per avviarla. “Lo abbiamo fatto perché possiamo farlo. Noi crediamo in un internet aperto e libero. […] L’hardware è abbastanza economico. Chiunque può sistemarlo da solo. Non servono neanche capacità di codifica”.
“Se lasciamo questo compito solo alle grandi società di telecomunicazioni, avremo una sola possibilità di abbonamento. […] Invece, se facciamo una rete di proprietà pubblica e libera, le imprese potranno usufruirne. In futuro sarà collegato tutto. Un sacco di dati saranno raccolti per rendere la nostra vita migliore. Essa consentirà ai fornitori di servizi di tutti i tipi, di rendere i propri prodotti più economici e migliori per noi consumatori.” Dal lancio l’idea è rapidamente diventata globale. Più di 20 città (da Rotterdam, Eindhoven e Almere, San Paolo e Montevideo) ne fanno parte, 2.000 persone sono attivamente impegnate per migliorare la tecnologia.
Quindi, come funziona? Sensori intelligenti vi avviseranno se la vostra barca comincia ad allagarsi per la pioggia che supera il livello di sicurezza per rimanere a galla. Altri dispositivi individueranno la vostra bici parcheggiata in mezzo ad altre migliaia fuori dalla stazione ferroviaria della città. Alcuni oggetti sono già utilizzati per monitorare i rinoceronti in natura. In casa, alcuni oggetti potrebbero includere lo termostato remoto o monitorare i vostri bambini mentre dormono.
Bravo, Wieke.