student anverseUna studentessa di Anversa ha progettato di vivere come una musulmana per un mese. Tuttavia, Silke Raats, che frequenta il laboratorio di tecniche farmaceutiche all’università Karel de Grote di Anversa, ha dovuto interrompere il suo esperimento dopo soli dieci giorni. Ai microfoni di VRT News ha infatti dichiarato di essere rimasta “veramente scioccata per come la gente ha reagito“.

Silke è una studentessa fiamminga, bianca, di formazione cattolica. La ventunenne aveva programmato il suo esperimento sociale nei dettagli: per un mese avrebbe dovuto fingere di essersi convertita all’Islam, abbigliandosi di conseguenza; così, ha camminato per le strade di Anversa indossando il velo e ha cambiato il suo stile di vita, ed essendo già vegetariana e astemia, il regime dietetico non ha posto troppi problemi. Silke ha poi imparato una preghiera islamica, e così è stato facile convincere tutti quelli intorno a lei che si era convertita all’Islam.

Le reazioni dei suoi compagni di studi hanno particolarmente sconcertato Silke: “Al college sono stata ignorata praticamente da tutti. Hanno pensato che stessi per partire per la Siria, o che volessi farmi esplodere. Tante persone hanno l’atteggiamento del ‘noi (cattolici) e loro (islamici)’. Quest’estate sono andata ad aiutare i rifugiati nel Parco Maximiliaan e in tantissimi hanno commentato negativamente la mia volontà di farlo.” ‘Stai attenta’ – dicevano – ‘sono tutti jihadisti’. Per loro, indossare un velo significa automaticamente voler andare in Siria“.

L’esperimento sociale di Silke Raats consisteva quindi nel mostrare al mondo che indossare il velo e l’estremismo islamico non sono la stessa cosa. Ha chiesto dunque l’aiuto di un amico della Ghent University, che è attualmente impegnato in uno studio sulle reazioni a tipi di comportamento che si discostano dalla norma. L’esempio perfetto è proprio una donna bianca, cristiana che si converte all’Islam. Ha cambiato foto del suo profilo su Facebook ed è stata presto inondata di domande.

“Mi hanno chiesto se mi fossi convertita, se avessi avuto una relazione con un musulmano e volevano che capissi che così facendo non avrei mai trovato un posto di lavoro. Avevo anche programmato di fare un film sulla mia esperienza, ma le reazioni sono state così negative che ho deciso di smettere dopo solo dieci giorni”, ha raccontato la studentessa al quotidiano Gazet van Antwerpen.

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