Ci risiamo. La notte del 5 dicembre si avvicina e le polemiche sulla figura di Zwarte Piet, Pietro il Moro, l’aiutante nero di San Nicola, ricominciano. Proviamo a spiegarvi la contraddizione di una tradizione secolare che da qualche anno provoca diversi fastidi di matrice razzista.
Tra il 18° e il 19° secolo, quando l’Olanda controllava buona parte del mondo non ancora “occidentalizzato”, tra cui Indonesia, Suriname, Antille olandesi e Sudafrica, la pubblicistica europea raffigurava gli abitanti delle terre colonizzate neri e con le labbra rosse. In quest’ottica, la tradizione dice che Zwarte Piet altro non è che uno schiavo etiope che San Nicola avrebbe incontrato a un mercato di schiavi a Myra e che avrebbe poi preso con sé per aiutarlo a consegnare i regali ai bambini olandesi. Insomma, la storia di nazione colonizzatrice dei Paesi Bassi, lunga 400 anni e finita relativamente da poco non aiuta a liberarsi di un certo retaggio razzista indissolubilmente legato agli schiavi neri provenienti dalle colonie. E se nell’immediato dopoguerra gli olandesi erano per la maggior parte bianchi, la situazione attuale è certamente diversa.
A questo proposito, si è verificato un evento a dir poco spiacevole che riguarda i giocatori della nazionale di calcio olandese. Circa un anno fa, Leroy Fer, centrocampista della nazionale, ha pubblicato un selfie con alcuni dei suoi compagni, prima su Instagram e poi su Facebook. I giocatori nella foto erano tutti neri e parecchi utenti dei social, soprattuto su Facebook, si sono scatenati in una pioggia di insulti razzisti, paragonandoli a scimmie e citando per l’appunto Zwarte Piet, ironizzando con battute come “Il club di San Nicola?”.
Chiaramente queste reazioni sono state condannate e in parte punite dal Pubblico Ministero su richiesta dei giocatori e della KNVB, l’istituzione reale per il calcio in Olanda; tre persone sono state punite con una multa di €360 e hanno affrontato un processo.
Certo, tutto potrebbe risolversi solo considerando che secondo altre tradizioni Pietro è stato anche bianco (sempre più spesso durante le celebrazioni le figure di Pietro il Moro sono infatti accompagnate da alcuni Pietro bianchi), oppure che fosse spagnolo e non africano, come effettivamente sembrano credere i bambini, o ancora che fosse uno spazzacamino italiano solo sporco di fuliggine.
Sempre un anno fa, a Gouda, si sono verificati degli scontri tra alcuni manifestanti anti-razzisti e la polizia, portando a 90 arresti davanti agli occhi dei bambini che aspettavano i doni di Sinterklaas. In quell’occasione, il sindaco aveva ritenuto giusto accompagnare a Pietro il Moro anche alcuni Pietro gialli, in onore del celeberrimo formaggio che porta lo stesso nome della città.
Insomma, forse non ci sarebbe davvero bisogno di polemizzare su un’usanza così antica, ma del resto i Paesi Bassi non hanno mai affrontato le conseguenze della loro azione di colonizzazione, dunque rieccoci qua.
Buon Sinterklaas.