Esiste un modo per far collaborare scienziati, pubblico e politici? Che rapporto c’è tra i vertici di questo triangolo?

Lo scorso venerdì all’Aia si è tenuto un evento nel quale si è cercato, tra le tante cose, di provare a rispondere a queste domande. La giornata è stata organizzata da Science for Democracy. Non sapete di cosa stiamo parlando? Ottimo! Perché ora vi spiegheremo meglio tutto quanto. 

Cos’è Science For Democracy?

Science for Democracy nasce da un’idea dell’Associazione Luca Coscioni. Si parte dal presupposto che il Diritto alla Scienza sia un diritto fondamentale nella costituzione di democrazie liberali.
In particolare il Diritto alla Scienza è considerato come un diritto fondamentale dell’uomo ed è sancito dall’articolo 27 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1948 e dall’articolo 15 della Convenzione Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR).

Science For Democracy è un comitato internazionale che mira promuovere il diritto alla scienza come componente strutturale delle democrazie liberali e dello stato di diritto in tutto il mondo. Le sue attività hanno lo scopo di sollecitare gli stati ad adempiere ai loro obblighi internazionali e di promuovere il diritto universale di accedere alle più recenti scoperte scientifiche e far avanzare le loro applicazioni. 

L’evento spiegato in breve

Nella prima parte della giornata hanno partecipato a una tavola rotonda Claire Dunlop, Katharine Rietig, Russel Duncan ed Edwin Zaccai.  Claudia Basta, una delle cofondatrici di Science For Democracy ha moderato la discussione. I partecipanti rappresentavano la parte scientifica e hanno provato a spiegare il loro rapporto con la politica e il pubblico. Le difficoltà in questo “rapporto a tre” emergono dal fatto che vi è difficoltà nel comunicare con le altre due parti.

La parte interessante arriva però nel momento in cui viene fatta una provocazione interessante agli scienziati, infatti viene chiesto loro:
“Qual è il la più grande sfida per uno scienziato nel rapportarsi con la società?”

Emerge, tra le varie risposte, il problema dell’urgenza. Il cambiamento climatico è un dato fatto e bisogna agire il prima possibile. Per attuare i cambiamenti è necessario modificare leggi o crearne di nuove, e queste comporteranno cambi nelle vite delle persone. Non c’è più tempo per fare in modo che questi cambiamenti non siano traumatici, non c’è tempo per aspettare che la politica venga incontro alle esigenze di tutti.

Nella seconda parte della giornata si è dato spazio ad un tema specifico: il carbon pricing. Sono state presentate una serie di iniziative dei cittadini europei per far fronte a questo problema. Virginia Fiume ha moderato questa seconda parte dell’evento i cui partecipanti sono stati Matthijs Sienot, Colombe Cohen-Salvador, Federica Sabbati, Timothy Galvaire, Martina Helmlinger, Carlo Maresca, Thomas Eitzenberger.

Vi lasciamo qua sotto qualche link per conoscere meglio le iniziative proposte durante la giornata e per conoscere meglio Science For Democracy.

Diretta Facebook dell’evento: Prima parte e Seconda parte

Iniziative cittadini europei sul carbon pricing:

fairosene.eu

growscientificprogress.org

stopglobalwarming.eu

Sito Iniziativa dei Cittadini Europei per il rispetto dello stato di diritto nell’Unione Europea:  formyrights.eu

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