Che la prima intervista di Safari non sarebbe stata semplicemente un face to face con l’autrice di As Soup As Possible, Angelica Vigilante, lo capisco subito dall’elegante accoglienza di Emilio. Olandese di origine, occhi di un giallo intenso e un pelo grigio, raso, incredibilmente morbido. “Di solito non da troppa confidenza”, confessa subito l’autrice, mentre mi offre una tazza di tè. La cucina in cui mi ospita è piccola, in classico stile amsterdammese. Qualche moka sugli scaffali, una pianta, tanti barattoli e un portatovaglioli brasiliano sul tavolo regalatole da uno dei suoi lettori, mi racconterà più avanti.
“Da vera napoletana, ho sempre avuto la passione per la cucina, sin da quando da piccola facevo la pizza con mio padre e ammiravo la semplice bontà dei piatti che mia nonna preparava per contagiarci col suo buon umore”, racconta. Ma è Amsterdam la città che le ha permesso di realizzare la sua follia, come le piace definire il suo progetto. “Quando la vita da freelance a Roma è diventata proibitiva, ho scelto di migrare in questa città non per caso. Credo che in qualche modo mi rappresenti. Ha una dimensione internazionale, viva, ma allo stesso tempo è una realtà piccola, un vero villaggio globale”, prosegue. Approdata in Olanda, però, Angelica ha svolto i lavori più disparati, pur essendo una professionista della comunicazione.
“Un giorno, mentre pedalavo di fretta verso l’ufficio, ho pensato alla zuppa. Una ricetta antichissima, caposaldo di tutte le culture culinarie, simbolo di convivialità ma anche di semplicità e integrazione”, continua. Ed ecco che, tra un as soon as possible e un altro, la zuppa sostituisce per lei il moto incessante della vita moderna e compensa il vuoto lasciato dalla cucina olandese, estremamente funzionale rispetto a quella italiana, che ha invece una forte inclinazione alla genuinità e all’autenticità.
“Vedi,” prosegue con estrema umiltà, “per me tutto confluisce in un concetto di base: tutti noi animali mangiamo, ma solo l’homo sapiens sapiens cucina. “Quello che cucini, come lo cucini, racconta la tua storia, la tua provenienza geografica, le tue origini. Racconta persino il rapporto che hai con il tuo corpo. Mi è capitato di imbattermi in una chef che si è avvicinata alla cucina crudista dopo aver sofferto di disturbi alimentari”, spiega, mentre con altrettanta umiltà ribadisce che lei è un’esperta di comunicazione e che, da quando la follia è diventata realtà, studia costantemente per darsi una formazione gastronomica. “Il mio scopo non è sostituirmi ai professionisti del settore alimentare, ma acquisire gli strumenti necessari per rivolgermi a loro con credibilità e per capire cosa succede alla materia viva che raccogliamo dalla natura, quando in cucina la trasformiamo in cibo”, specifica.
Il progetto editoriale nasce nel 2015 come blog gastronomico in lingua inglese – universale anch’essa, come la zuppa, per raggiungere il maggior numero di persone possibile. Il merito, Angelica lo deve al suo compagno e al regalo inaspettato donatole per il suo 34° compleanno: il dominio autonomo assoupaspossible.com. È solo dalla primavera dell’anno scorso, però, che il blog si converte in un vero e proprio progetto gastronomico. “Dopo essere tornata al lavoro autonomo di consulente in comunicazione ed eventi, ho deciso di provare a trasformare As Soup As Possible in un progetto d’impresa, investendo i miei risparmi personali per provare a dargli in seguito un’autonomia finanziaria”, spiega.
Il sito si articola in alcune sezioni principali, Food Makers, con interviste a professionisti del cibo come cuochi o produttori, e Soup for Thought, dedicata invece ad approfondimenti di rilevanza sociale e culturale. “Per Soup for Thought sono letteralmente finita in carcere”. Sorride, mentre racconta dell’intervista a Silvia Polleri, direttrice del ristorante stellato InGalera, con sede nel carcere di Bollate e in cui sono impiegati i detenuti. Un’esperienza che dal punto di vista umano Angelica definisce unica e in grado di toccare le corde più profonde.
La stessa umanità, prepotente, torna con lo spaccio di pasta madre, come le piace definire parte della sua missione. “Lei è Elvira e ha una storia centenaria”, racconta indicando panetto di pasta madre racchiuso in un barattolo, capostipite di generazioni migrate ormai oltreoceano. “Mi è stata data da un amico a Napoli, è passata di nonna in nipote, per oltre un secolo, per arrivare fino a me, che a mia volta la spaccio ai miei lettori. La community che si è creata grazie allo spaccio di pasta madre mi ha permesso di passare dalla dimensione virtuale a quella reale”, prosegue Angelica. Non sarà quella di una volta, vien da pensare, ma il patrimonio affettivo che Elvira porta con sé ha dato vita a un vero e proprio albero genealogico. “Potrò non conoscere la storia dei suoi antenati, ma di sicuro saprò parlare dei discendenti di Elvira”, racconta, mentre specifica che i figli girano per tutta l’Olanda e che sono arrivati fino in Francia, India e Stati Uniti.
Forte di quella community, nascono così le Kitchen Stories, dei video-ritratti ai fornelli di gente comune che ama raccontare il suo rapporto con il cibo e/o con particolari ricette. “Il passo successivo è arrivato naturalmente”, afferma, “con il primo workshop di gnocchi organizzato nella cucina di casa mia nel Luglio del 2016 e un successo inaspettato”, frutto di un mix vincente di approfondimento, interazione e convivialità. Gli incontri spaziano appunto da workshop di cucina – tiramisù e ravioli sono solo alcune delle pietanze si sono succedute agli gnocchi nei mesi scorsi – a veri e propri eventi che uniscono produttori, appassionati, distributori e consumatori. “Il prossimo 26 Novembre, ad esempio, organizzo un incontro in collaborazione con Bruno’s, nello Jordaan. Il gestore è un vero e proprio coffe-nerd” sorride. “Ospiteremo i torrefattori di Caffè Delizia, una torrefazione a gestione familiare e originaria dei Campi Flegrei, di cui Bruno vende lo stesso caffè”, prosegue.
Il progetto, che auspichiamo longevo e roseo per il futuro, includerà anche itinerari gastronomici in terre campane e altre sorprese. “E se dovesse fallire?”, chiedo ad Angelica alla fine. “Anche se As Soup As Possible finisse domani non avrebbe fallito, perchè ha già raggiunto il suo scopo: aiutarmi a imparare cose nuove, migliorarmi, scoprire la bellezza di storie e persone, divertirmi e condividere valore, conoscenza ed esperienze con gli altri”, conclude.
*I più curiosi potranno incontrare Elvira oggi, 11 Novembre, a partire dalle 15.00 presso la Casa del Gusto, Amsterdam. Maggiori info su: Sourdough giveaway- Elvira goes to Casa del Gusto.
** A 6 lettori di Italianradio appassionati di caffè, As Soup As Possible offre uno sconto di 5 EUR sui ticket di Pots and levers – meet the coffee makers! del 26 Novembre. Se interessati, inviate una mail a info@assoupaspossible.com, con oggetto “Italian Radio Coffee” e: nome, cognome, città, e un breve pensiero sul tema “io e il mio caffè”. Gli estratti verranno annunciati il 16 Novembre alle 12!