Nell’ultima decade, i Paesi Bassi si sono fatti strada nel mercato internazionale in un settore estremamente redditizio e a cui solitamente non vengono associati: il petrolifero.

Nonostante le oscillazioni dei prezzi, infatti, gli olandesi hanno deciso di investire sempre di più nella raffinazione di benzina, diesel e gasolio, fino ad arrivare a costituire il 9% delle esportazioni del Paese con guadagni intorno ai €38mld contro i €20mld di 10 anni fa. I Paesi che principalmente importano i prodotti petroliferi olandesi sono i vicini Germania e Belgio, Uk, Francia e Italia.
Circa due terzi dei prodotti petroliferi nei Paesi Bassi è di origine olandese e circa un terzo sono riesportati*. Questo fenomeno è dovuto al fatto che l’Olanda, nonostante la mancanza di materie prime, sia però estremamente all’avanguardia per quanto concerne il loro procedimento di lavorazione.

Paradossale, considerato che la bicicletta è il mezzo di trasporto da loro più utilizzato, con una presenza di circa 18 milioni di biciclette sul territorio e una vendita annuale intorno ai 1.3 milioni di modelli.

Già nel 2013 comunque la presenza nell’export dei Paesi Bassi era emersa dato che si erano classificati come l’8° paese al mondo per maggiore esportazione non solo di prodotti petroliferi, ma anche farmaceutici e tecnologici.

Quello che invece fa riflettere nell’ultimo report del CBS – Centraal Bureau voor de Statistiek – è che sono passati in secondo piano due delle colonne portanti dell’esportazione olandese: il gas e i fiori.

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