Ciao Sofia, da quanto tempo vivi in Olanda?” “Meno di 24 ore”.
Questo l’esordio del mio incontro con Stefano Bollani, grande pianista italiano di fama internazionale che ieri sera si è esibito al Bimhuis di Amsterdam con i suoi fedeli colleghi, amici e compagni di viaggio danesi, il bassista Jesper Bodilsen e il batterista Morten Lund. Ed esattamente 24 ore erano trascorse da quando con la mia valigiona da emigrata all’estero, ero atterrata ad Amsterdam.
Quando RadioPizza Olanda mi ha incaricata di intervistare il grande maestro la prima reazione è stata più o meno descrivibile come un sintomo di infarto miocardico. Ma quando poi mi sono ritrovata a scambiare con lui qualche chiacchera prima del concerto, la sensazione era più che altro quella di un siparietto tra amici davanti ad una buona birra.
Bollani ha infatti l’innata capacità di metterti a tuo agio, che tu sia dietro ad un registratore o davanti al palcoscenico su cui si esibisce. Il fatto che sia un genio pluripremiato e stimato in tutto il mondo, non ha per nulla intaccato la sua naturale cordialità e semplicità, con il suo inconfondibile stile casual in qualsiasi sala da concerto si trovi a suonare (e del resto ci ha invitato a riflettere a proposito di questo punto “Non dovete chiedere a me perché sono sempre vestito con t-shirt e jeans, chiedete piuttosto agli altri musicisti perché sentono l’esigenza di vestirsi in modo elegante quando suonano”). Schietto e anticonformista, il Frank Zappa (a cui Stefano ha dedicato un album tributo) made in Italy. Dietro le quinte e sul palco lo stile è sempre lo stesso: Bollani scherza con il pubblico e con i colleghi, improvvisa “bischerate” come quella di suonare la bottiglietta di acqua che tiene sotto il piano o di lasciare il palco quando uno spettatore interrompe il finale chiave della sua esecuzione con un applauso fuori tempo. Stefano Bollani, così come i suoi colleghi, mettono in scena sul palcoscenico la loro relazione d’amore con i propri strumenti, dalle tenere carezze di affetto verso gli inseparabili compagni di vita al passionale e sfrenato rapporto sessuale. E riescono magicamente a coinvolgere il pubblico in questo prezioso vincolo d’ intimità.
La cosa che mi è parsa di capire di fronte a questo grande talento è che per Bollani l’unica certezza è che non ci sono certezze: non si sa mai con sicurezza che cosa aspettarsi da un suo concerto, se non che in qualsiasi caso, dall’ accenno di marcia nuziale, alle note di inviolabile musica classica, fino al ritmo delle atmosfere brasilane, si assisterà sempre ad un trionfo di maestria e improvvisazione.
Vi lascio quindi alle sue parole che sicuramente saranno più incisive delle mie.(Cliccate QUI per il podcast)
Buon ascolto!
Sofia Raisaro