Ci avevamo creduto: pensavamo che il Welcome To The Future ci avesse permesso di capire a cosa saremmo andati in contro nei prossimi anni (con buona pace di Isaac Asimov & Co.), ma dopo essere stati nelle “piccola” Mystery Land ci siamo dovuti ricredere
Vi ricordate il nostro viaggio nel futuro? Quel lungo pellegrinaggio che da Utrecht ci aveva portati avanti nel tempo un po’ come avrebbero potuto fare Marty e “Doc” in Ritorno al futuro? Quel viaggio ci aveva fatto scoprire palchi giganteschi e molti DJ, distributori di tappi per le orecchie e di token per pagare. Un salto nel tempo che nel quale avevamo potuto anche osservare le lunghe file ai banchetti dell’acqua. Bene, dimenticate tutto. E non perché noi nel futuro non ci siamo andati viaggiando su una magnifica DeLorean modificata, bensì salendo su un comunissimo treno prima e su un banalissimo autobus poi, ma perché, più semplicemente, non occorre muoversi avanti e indietro nel tempo per trovare tutto questo. Basta infatti spostarsi dieci chilometri più a est dell’aeroporto di Schiphol, nel comune di Haarlemmermeer per trovare tutto, ma proprio tutto, quello che avevamo visto nel futuro. Ma più in grande.
Mystery Land: una grande, organizzatissima…frazione
Il cartello al centro blu posto al centro del parco recita: “Mystery Land, comune di Haarlemmermeer”. Insomma, verrebbe da pensare che ci troviamo in quella che, comunemente, viene chiamata una frazione. Una frazione, di solito, è un minuscolo agglomerato di case che, non raggiungendo un numero sufficiente di abitanti, viene controllato dalla cittadina vicina. Eppure la frazione nella quale ci siamo trovati domenica pomeriggio era popolata da decine di migliaia di persone.
Erano lì per i DJ (circa 200) e la loro musica. Per poterli ascoltare tutti, Mystery Land si è dovuta organizzare: e così i palchi erano quattordici, sparsi su 66 ettari. Passare da un palco all’altro, infatti, significava camminare anche per più di un quarto d’ora. “Un caos incredibile, come diavolo fa uno a muoversi tra tutta quella gente”, direte voi. Niente di più sbagliato, a Mystery Land tutto è ordinato: anche a piedi non ci si può spostare dalla propria corsia e si deve tenere rigorosamente la destra. Il grande ponte che mette in collegamento i due palchi principali del festival, infatti, non lasciava spazio ai dubbi: in alto, all’inizio della passerella, sotto la grande arcata a forma di occhiali, due lunghe strisce di cartelli luminosi indicavano chiaramente dove passare (frecce verdi) e dove, invece, il senso era vietato (croci rosse).
Lo sappiamo cosa starete pensando: “Sì, va bene: tutto molto bello. Però lì dentro vi sarete persi almeno mille volte e con il caldo che c’era quel week end in Olanda sarà stato un massacro”. Eh no, perché a Mystery Land nulla è stato lasciato al caso: per questo dei grandi cartelli luminosi ci ricordavano che c’era un gran caldo e che, per questo, era consigliato bere molta acqua (ora si spiegano le file chilometriche ai distributori dell’acqua) e, nel caso qualcosa fosse andato storto, altri cartelli (ancora più grandi e luminosi) ci indicavano, dopo ogni svolta, da che parte avremmo potuto trovare i medici del primo soccorso più vicini. Mentre tutti i percorsi erano perfettamente segnalati, così come le vie per i bagni e per i punti di ricarica per i cellulari o per entrare e uscire dal campeggio.
Sì, il campeggio: perché molti dei presenti non potevano assolutamente perdere nessuno degli spettacoli offerti dai DJ presenti e quindi hanno pensato bene di campeggiare a ridosso di Mystery Land.
“Va bene, va bene. Però che noia: solo musica elettronica e cartelli luminosi. Dopo un po’ uno si rompe”. Vero, ecco perché a Mystery Land non c’erano solo i palchi e i DJ, ma anche un orso di peluche gigante, un mercatino, un Maggiolino-bar, i pedalò a forma di cigno e il bungee jumping. Sì, avete letto bene. In cima all’unica altura della zona, infatti, era possibile tuffarsi nel vuoto appesi a una corda. Noi siamo saliti fino in cima, ma non ci siamo spinti oltre. Va bene che a Mystery Land tutto è organizzato, però…
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