C’è un museo a Groningen (Groninger Museum), che dall’11 di dicembre scorso ha allestito una mostra in onore di David Bowie. Si intitola David Bowie is e durerà fino al 13 marzo. Da ieri, lo staff del museo e i curatori della mostra hanno lasciato scritto così, sul sito:
David Bowie has died. We can’t believe it. Over the two years of working on the exhibition David Bowie is, we’ve come to feel as if he were a personal friend. We are greatly saddened, and our sympathy goes out to David Bowie’s family, friends and fans.
David Bowie è morto malato di cancro, è morto dopo aver fatto uscire il suo ultimo album, un album che si chiama Blackstar e come qualcuno ha già detto, sembrava quasi un oscuro presagio. Invece no. Era solo un altro vulcano assopito, che decide di eruttare perchè è tempo, di nuovo, di mostrare un po’ di magia. Bellissimo e spaventoso, inavvicinabile eppure così umano, giocava all’alieno, al marziano, talento purissimo, un altro pianeta davvero.
Pare incredibile una tale convergenza di eventi in date così vicine.
La mostra raccoglie circa 300 oggetti rappresentativi, tra cui testi scritti a mano, costumi di scena, fotografie e altri effetti personali, raccolti dall’archivio ufficiale di Bowie. Si passa così in rassegna una vita, almeno quella artistica, influenzata dall’estro di molte altre arti, come il teatro e la pittura, e combinate insieme in un unico grande spettacolo, l’uomo Bowie, l’artista David e viceversa all’infinito.
La mostra ha riscosso chiaramente un grande successo nei Paesi Bassi, presa d’assalto dopo la notizia della morte dell’artista; a Londra è stata visitata da circa 300.000 persone, tra cui Anna Wintour e Robert Redford.
Andate a vederla, se vi va. Ascoltate una canzone, prima. Volate leggeri, come Ziggy. Siate liberi, come David Bowie.
Buon viaggio.