Alla fine di questa breve ma intensissima permanenza mentre finalmente ci accingevamo a tornare nei Paesi Bassi sono cominciate a capitarci una serie di simpatiche disavventure, che hanno reso il nostro viaggio di ritorno ancora piu complicato del previsto.
Avendo un paio di ore libere prima di doverci recare in aereoporto, abbiamo approfittato delle piacevoli condizioni metereologiche per goderci una rilassante passeggiata nel parco e delizioso picnic improvvisato sul prato con i panini recuperati dalla nostra ultima colazione in hotel. Avendo ancora un certo langurino abbiamo ritenuto di vitale importanza non lasciare il Paese senza aver assaggiato una delle leccornie per cui e’ notoriamente conosciuto in tutto il mondo: la crepes. Cominciamo quindi la nostra ricerca utilizzando il nostro indispensabile strumento di sopravvivenza nei meandri di Parigi: google maps, che ci ha subito indicato le direzioni per quella che sembrava un ottima e poco distante creperia con tanto di menu e recensioni superpositive senonche scoprire, una volta arrivate li sul posto, con non poche valigie al seguito ricordiamo, che questo splendido locale aveva gia chiuso i battenti e nemmeno tanto recentemente. Imperterrite cerchiamo di raggiungere comunque il nostro obiettivo speranzose che qualche locale avesse qualche altro locale nelle vicinanze da suggerirci per assaporare una delle loro migliori specialita. Ma evidentemente non avevamo calcolato quanto risulti difficile al parigino medio comunicare in una lingua che non sia la sua.
Quindi pur non pienamente soddisfatte, per non rischiare di perdere l aereo, abbiamo deciso di desistere e avviarci in aereoporto. Una volta li ancora una volta il nostro non troppo spiccato senso dell’orientamento ci ha condotto finalmente presso il nostro gate in solo mezzora di girovagare e permettendoci di fare il check in e i dovuti e scrupolosissimi controlli (a quanto pare abbiamo la faccia da terroriste) in perfetto orario per la partenza che, guardate un po che caso, era stata rimandata di oltre un ora. Il tutto annunciato dalle assistenti di volo esclusivamente e rigorosamente in francese, con palese sbalordimento di tutti i passegeri del volo che alla richiesta di maggiori informazioni in una lingua considerata universalmente piu internazionale si sono sentiti rispondere che stavano provvedendo alla traduzione dell’annuncio con google traduttore.
Alla fine di questo viaggio si puo dire che quello che ci siamo portate a casa, oltre a una serie di spunti e riflessioni circa l’importanza di appartenere a una comunita’ vasta e condivisa come quella europea, e’ un’indimenticabile e insostituibile esperienza di vita che, in un modo o nell’altro, ci ha insegnato molto.