È venerdì e come ogni venerdì sera ci troviamo in ufficio per registrare il nostro podcast, ma insieme a noi, questa volta, abbiamo un ospite speciale: Eta. Finalmente, dopo tutti questi mesi, sempre mantenendo le distanze di sicurezza, possiamo tornare ad avere una persona in carne e ossa con cui parlare e quindi siamo tutti elettrizzati. Eta ci parla del suo lavoro, comunemente chiamato “trip-sitting” ovvero accompagnamento e supporto durante esperienze psichedeliche a persone sotto l’effetto di sostanze legali in Olanda come psilocibina o salvia divinorum.
La più grande soddisfazione? Prendersi cura dell’altro ed essere riuscita a fare della propria passione un lavoro.
Eta parlaci un po’ di te.. dove vivi e di che cosa ti occupi?
Vivo a Utrecht dal 2012, con una pausa dal 2015 al 2017, anno in cui sono tornata nei Paesi Bassi.
Ho una formazione artistica, mi occupo di pittura e illustrazione; il mio progetto attuale è una graphic novel che parla del rapporto tra me e mia nonna.
Sono inoltre una trip-sitter, anche se non mi piace essere definita così. In realtà mi ritrovo molto nella definizione di “psychedelic host&companion” o “facilitatrice psichedelica”. Mi occupo di dare supporto alle persone per esperienze psichedeliche con sostanze legali nei Paesi Bassi e con cui sento di avere una certa connessione e una conoscenza sufficiente, fondamentalmente psilocibina e salvia divinorium, che si trovano comunemente negli smartshop.
Come è nata questa passione?
Sin da adolescente avevo un forte interesse culturale e concettuale per la psichedelia in generale, ma per molti anni rimase una cosa puramente teorica. La mia prima esperienza con psilocibina la ebbi solo nel 2012, a 23 anni, il giorno stesso in cui mi trasferì in Olanda. Da lì iniziarono le mie esperienze con le sostanze psichedeliche. Così divenni la classica amica che supportava e guidava amici che non avevano tanta confidenza e conoscenza di queste sostanze, iniziando a fare questo lavoro in modo informale.
È stato solo nel 2015, in un giorno in cui stavo accompagnando un’amica senza aver assunto nulla in prima persona, che atterrò in me l’idea di condividere quel prezioso supporto con tutti e trasformarlo in una vera e propria professione.
Come funziona una sessione con te?
Ho un sito web tramite cui vengo contattata. È innanzitutto necessario compilare un form con una serie di domande importarti per il percorso, come per esempio le motivazioni che spingono la persona a intraprendere un’esperienza psichedelica o domande sullo stato di salute del cliente e sull’eventuale assunzione di farmaci.
Una volta stabilito l’appuntamento il tempo che dedico al mio ospite è veramente tanto. Spesso le persone dopo un’esperienza psichedelica non vogliono tornare subito a casa o addirittura ci sono altri clienti che preferiscono vivere l’esperienza altrove, magari in un luogo più vicino a una foresta o alla natura (purchè all’interno del territorio dei Paesi Bassi).
Chi generalmente vuole fare questo tipo di esperienza?
Vengo contattata da persone di una certa varietà, ma la maggior parte dei clienti ha una certa conoscenza in merito, ha le idee chiare e si è già documentata.
A volte sono persone alle prime esperienze, ma non sempre, anche se ovviamente lo psiconauta più esperto ha meno ragione di rivolgersi a me.
Qual è la differenza tra psilocibina e salvia divinorum?
Una grande differenza è data dalla durata degli effetti poiché la psilocibina dura in media 6 ore mentre la salvia dura dai 5 ai 15 minuti. Consiglio sempre di non prendere impegni dopo un’esperienza psichedelica, non solo per motivi di sicurezza ma anche per goderne a pieno.
Cosa potrebbe succedere se si fa un’esperienza di questo genere da soli?
Per quanto riguarda la salvia andrebbe assunta sempre in compagnia di una persona fidata poiché ha degli effetti molto potenti; per quanto riguarda la psilocibina se si è alle prime esperienze consiglio di vivere l’esperienza in compagnia di qualcun altro, mentre nel caso in cui c’è una esperienza o solida consapevolezza di sé stessi ritengo che si possa assumere da soli, anche perché penso che le esperienze fatte da soli possano aprire le porte a qualcosa di molto speciale.
La più bella e la più brutta esperienza che ricordi legata al tuo lavoro.
Le domande così sono sempre difficilissime perché tendo a non ragionare in termine di classifiche.
Tra i più bei ricordi posso citare un momento in cui stavo dando supporto a una mia amica e la sessione stava venendo documentata con video e foto per un progetto. A un certo punto la mia amica, con una solida formazione teatrale, conscia del fatto che per tutta la vita si era sempre messa i bastoni tra le ruote con un eccessivo giudizio verso sé stessa e di conseguenza verso il resto del mondo, iniziò a dialogare con la parte del corpo umano che meglio rappresenta il giudizio, nonché il proprio indice della mano.
Per quanto riguarda l’esperienza più brutta, i ricordi più tristi sono legati a un paio di occasioni in cui nonostante l’assunzione di sostanze le persone non sono riuscite a percepire veramente gli effetti e pertanto a vivere l’esperienza.
Quando presti assistenza al viaggiatore, predisponi in maniera differente alcuni strumenti o l’ambiente in un modo particolare?
I due termini chiave nell’esperienza psichedelica sono set (impostazione interiore) e setting (situazione esterna) e pertanto è importante prendermi cura di entrambi gli aspetti. Sia che la sessione avvenga a casa mia piuttosto che altrove cerco di predisporre l’ambiente per creare senso di pace, sicurezza, tranquillità e ispirazione eventualmente anche tramite qualche oggetto evocativo. L’elemento principale con cui mi prendo cura del setting è un piccolo altarino che creo con la persona stessa; tendenzialmente vengono utilizzate fotografie con persone care o oggetti trovati in natura durante viaggi particolarmente importanti.
Vi è piaciuto questo articolo? Per saperne di più sul lavoro di Eta consultate il link di seguito!
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