Come accaduto lo scorso novembre per gli attentati a Parigi e per il blitz a Saint-Denis – sul quale ad oggi rimangono diversi dubbi – le notizie riportate dalla stampa italiana sulla sparatoria di ieri in Belgio non sono state coerenti con quanto pubblicato dai colleghi belgi e francesi.

Cosa è successo, secondo Le Soir e altri giornali francofoni? Martedì pomeriggio, intorno alle 14:30, una perquisizione finita male in rue du Dries, nel comune di Forest, ha portato tre uomini ad asserragliarsi in un’abitazione vicina dopo un primo scontro a fuoco. Di qui l’intervento massiccio delle forze di polizia. E una seconda sparatoria, in serata, che ha portato al lieve ferimento di quattro agenti, due dei quali già dimessi dall’ospedale, assieme all’uccisione di uno dei sospetti. Quest’ultimo armato di Kalashnikov e tutt’ora non identificato, secondo il portavoce del procuratore Eric Van Der Sypt, mentre altri due malviventi sarebbero ancora in fuga.

Ma vediamo come la stampa italiana ha saputo (dis)informare sugli eventi di ieri.

Forest non è “una cittadina a 20 chilometri da Bruxelles” come affermato dall’inviato del Corriere Marco Imarisio. Forest è uno dei 19 comuni di Bruxelles-Capitale, conta circa 55 000 abitanti e dista 5,5 chilometri a piedi dalla stazione centrale di Bruxelles.

forest

Fonti di polizia hanno precisato che gli agenti sono stati feriti in maniera lieve. Non trova quindi spiegazione l’affermazione del Fatto Quotidiano secondo cui un poliziotto sarebbe in gravi condizioni “dopo essere stato colpito alla testa”. Sempre il quotidiano riferisce, poi, di “una serie di inseguimenti e sparatorie che hanno terrorizzato per l’ennesima volta la capitale del Belgio”. Affermazione molto d’effetto, anche questa, che non trova pieno riscontro nella stampa francofona.

“Un quartiere chiuso” dice Repubblica; “isolato il quartiere ‘misto’ di Bruxelles” chiosa invece l’Ansa. Nessuno dei media belgi ha però confermato la chiusura dell’intero Forest, parlando invece di un perimetro di sicurezza annunciato dal sindaco Marc-Jean Ghyssels intorno a rue du Dries, che ha coinvolto anche quattro edifici scolastici evacuati poi in tarda serata: gli asili Petits Matelots e Le Dries, le scuole La Cordée e De Wereldbrug.

Niente stop dei trasporti né blocco dell’intero comune, come suggerito dal Sole 24Ore: ferme solo due linee del tram (82 e 97), secondo l’azienda dei trasporti pubblici di Bruxelles; ieri, invece, sempre il sindaco ha parlato di un rifugio per 80/100 persone – sui 55 000 abitanti di Forest – che non avrebbero potuto fare ritorno nelle proprie abitazioni per motivi di sicurezza.

Infine, “l’operazione di polizia congiunta belga-francese” riportata da molti quotidiani italiani è stata smentita dallo stesso Le Monde che specifica come i due poliziotti francesi – uno della “brigade criminelle” parigina e uno dell’antiterrorismo – si trovassero sul posto come osservatori. Fonti ufficiali hanno poi chiarito come le successive operazioni di ricerca, partite quindi da una perquisizione di routine collegata agli attentati parigini, siano avvenute nell’ambito del “joint team” franco-belga istituito dopo lo scorso novembre.

Ancora una volta, insomma, la stampa italiana non ha saputo aggiustare il tiro dei propri interventi. E a chiudere una giornata di messaggi distorti e imprecisi è arrivato, puntuale, lo storytelling da serie tv della Stampa. Un romanzo della sparatoria che termina con l’immortale appello alla paura collettiva. Di un fantomatico nemico “fra noi”.

 

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