Mancano pochi giorni alle consultazioni che decideranno la governance dei prossimi 5 anni. Dal 23 al 26 Maggio (in Italia solo Domenica 26) si porranno le basi per l’Europa del futuro, avvenimento importante che segnerà la direzione verso la quale si muoverà la prima potenza economica mondiale. Le elezioni europee rappresentano, inevitabilmente, un banco di prova importante per le singole politiche nazionali. E’ comprensibile che le aspettative siano molto alte e che i risultati potrebbero compromettere la stabilità dei vari governi.
Sono molti i cittadini intenti ad informarsi sulle proiezioni e sul sentimento comune dell’opinione pubblica, una maniera abbastanza solita di aumentare l’ interesse in materia. L’Italia eleggerà 73 Parlamentari ed è l’unico dei 28 Stati membri dell’ Unione a vietare la diffusione dei dati di sondaggio nelle 2 settimane precedenti al voto. Per testare il terreno possiamo quindi limitarci a delineare l’inclinazione degli altri Paesi, in attesa dell’esito definitivo.
Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito sono considerati i membri più rilevanti. I 5 sceglieranno 370 dei 751 Parlamentari, un numero in grado di influenzare ampiamente l’assetto politico comunitario.
In Germania il partito più popolare sembrerebbe ancora essere la CDU. Orfano della leadership di Angela Merkel, con il nuovo segretario Annagret Kramp-Karrenbauer, il gruppo potrebbe aggiudicarsi 30 seggi all’europarlamento, consacrandosi la prima parte politica europea assoluta. Le percentuali potrebbero essere tuttavia deludenti (30% circa) rispetto a quelle dei Verdi, eventuale rivelazione della tornata. I populisti di Alternative für Deutschland riuscirebbero a conquistare il 10%, posizionandosi al terzo posto al di sotto dei social-democratici. Le europee rappresenteranno anche un’occasione da sfruttare per i movimenti politici minori che ambiscono ad affermarsi nello scenario internazionale. Nel Paese non sono previste, infatti, soglie di sbarramento, il che potrebbe aprire la strada ad esponenti animalisti, del partito dei Pirati e finanche di NPD, partito di estrema destra e d’inclinazione neonazista.
74 europarlamentari saranno destinati alla Francia, dove il nuovo partito di Marine le Pen, Rassemblement National, sembrerebbe l’unico in grado di sfidare il La Republique en Marche dell’ attuale Presidente. Nella patria dei gilets gialli e delle correlate proteste è invece presente una soglia di sbarramento al 5%, considerata difficilmente superabile dal partito Socialista. Al contrario, il percorso dovrebbe essere più che spianato per i Verdi di EELV ed Insoumise, guidato dall’ex candidato alla leadership nazionale Jean-Luc Mélenchon. La sinistra francese avrebbe quindi garantiti i propri rappresentanti, seppur non in maggioranza.
Dulcis in fundo, il protagonista indiscusso della nuova pagina politica europea sarà senz’altro il Regno Unito. In seguito all’infinito rinvio della Brexit, a partire dalle prossime settimane 73 esponenti politici, gli stessi previsti per l’Italia, siederanno nuovamente a Bruxelles. Il Brexit party, protettore degli ideali dei “brexiters”, disillussi dalla volubile condotta della Lady (poco) di ferro Theresa May, sembrerebbe essere, in linea con i risultati delle scorse elezioni e con il clima post-referendum, favorito. Il movimento guidato da Farage potrebbe avvicinarsi al 30% , triplicando la percentuale di quello della leader conservatrice.
In Spagna la situazione è facilmente prevedibile. Ci si aspetta che i risultati delle europee confermino quelli delle recenti elezioni politiche. Si prefigura una vittoria dei socialisti guidati da Pedro Sanchez, seguiti dal Partido Popular e Ciudadanos. Saranno principalmente queste le formazioni a contendersi i 54 seggi spettanti. Nonostante il numero di rappresentanti sia inferiore a quello degli altri “Big” analizzati, la Spagna si conferma un protagonista importante in grado di influire sull’andamento del processo decisionale europeo.
Non resta quindi che attendere l’effettivo riscontro di tali previsioni, per avere certezza della direzione verso cui si muoverà l’Europa dei prossimi anni. Altrettanto fondamentale sarà scoprire il ruolo che avrà l’Italia nel nuovo scenario ed il volto politico che riporterà le nostre istanze nazionali in ambito globale.