La nuova irrealizzabile proposta di legge del nostro Ministro dell’interno Matteo Salvini questa volta riguarda noi studenti, universitari e non. Si tratta di una proposta molto discussa negli ultimi giorni, la quale ha già innescato il dibattito dell’opinione pubblica in quanto va a toccare un argomento molto delicato, ovvero, la donazione di sangue volontaria. Il Ministro dell’interno durante il giorno nazionale del donatore di sangue ha reso pubblico un suo futuro desiderio, cioè, quello di rendere obbligatoria la donazione di sangue da parte degli studenti, i quali, a seguito della prestazione avvenuta riceveranno in cambio dei crediti formativi che saranno utili, secondo il Ministro durante il percorso Universitario o accademico.
L’OBIETTIVO DELLA PROPOSTA
Secondo il Vicepremier ai ragazzi di oggi manca lo spirito di iniziativa ma soprattutto il coraggio a compiere questo gesto di generosità. La decisione di rendere obbligatoria la “donazione” del sangue come ha scritto Salvini sul suo profilo Facebook verrà proposta al Ministro dell’istruzione Marco Bussetti anche se negli ultimi giorni riparlando dell’argomento il Vicepremier ha rettificato la sua stessa idea, spiegando che forse si tratterebbe di una “forzatura” renderla un obbligo. Allo stesso tempo premiare chi compie il gesto volontariamente porterebbe ad una forte discriminazione nei confronti di coloro i quali non possono donare, poiché affetti da gravi patologie o più semplicemente soffrono di una leggera anemia e quindi sono fisiologicamente esclusi dalla pratica.
LA RISPOSTA DI AVIS
Al Vicepremier forse è sfuggito un piccolo dettaglio che Avis prontamente ha sottolineato. Secondo l’Avis “esiste un protocollo d’intesa, rinnovato nel 2018, tra Avis e Miur, che prevede già la possibilità di riconoscere crediti formativi agli studenti che partecipano a progetti di promozione della cultura del dono”, quindi pur condividendo la filosofia della donazione di sangue che Salvini tanto promuove, l’Avis ritiene che la scelta debba restare alla sfera privata di ciascun ragazzo e che non ci debbano essere condizionamenti delle scelte anche perché lo stesso protocollo afferma che “in nessun caso i crediti formativi possono riferirsi alla mera attività di donazione di sangue perché risulterebbero discriminatori”.
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