L’Olanda rimane uno dei paesi meno corrotti del mondo, salendo dall’ottavo al quinto posto nell’ultima classifica di Transparency International, l’organizzazione che ogni anno stila la classifica della percezione di corruzione da parte della popolazione nel proprio paese. La Danimarca continua ad essere in cima alla lista, seguita da Finlandia, Svezia e Nuova Zelanda. La Norvegia eguaglia i Paesi Bassi al quinto posto, Svizzera e Singapore a seguire, Canada nona e Germania decima. L’indice mostra che, anche se la corruzione è ancora diffusa a livello mondiale, più paesi hanno migliorato i loro punteggi del 2015.
“Alcuni paesi sono migliorati negli ultimi anni – Grecia, Senegal e il Regno Unito sono tra quelli che hanno visto un aumento significativo nei punteggi dal 2012”, ha detto l’organizzazione. Altri, tra cui Australia, Brasile, Libia, Spagna e Turchia, hanno perso invece moltissimo. In fondo alla lista: Corea del Nord e Somalia, ma il 68% dei paesi in tutto il mondo ha un grave problema di corruzione, e circa la metà delle nazioni del G20 ne è toccata. In generale, due terzi dei 168 paesi sull’indice 2015 avevano un punteggio inferiore a 50, su una scala da 0 (percepito come molto corrotto) a 100 (percepito come scarsamente corrotto).
Di molti paesi definiti “puliti” si ha però una percezione ingannevole all’estero. Il punteggio di un paese viene calcolato su ciò che avviene all’interno dei confini nazionali, e non prende in considerazione come un paese opera in altre nazioni. Il Nord Europa, per esempio, troneggia nei primi 5 posti della classifica. Ma il caso della società svedese-finlandese TeliaSonera fa riflettere, in quanto si trova adesso a difendersi dalle accuse di aver pagato milioni di dollari in tangenti per assicurare delle attività in Uzbekistan, 153esimo nell’indice.
E l’Italia? 61esima. Dopo Ghana, Grecia, Romania e Oman.