Emanuele Taralli, autore di ‘Come l’acqua dal Toret’, racconta l’ispirazione dietro al suo primo romanzo.
Emanuele è nato e vissuto a Torino dove ha conseguito una Laurea e un Dottorato in Fisica. Ormai vive in Olanda con la sua famiglia da diversi anni e lavora per l’Istituto di Ricerca Spaziale Olandese.
Nonostante la sua professione estremamente intrigante, noi lo abbiamo incontrato via Zoom per un’intervista riguardo il suo primo libro “Come l’acqua dai Toret” in procinto di essere pubblicato e che sarà disponibile già da dicembre 2024.
L’autore ci ha parlato di cosa lo ha ispirato alla stesura di questo libro e naturalmente di cosa tratta. Ci ha poi confessato cosa spera di raggiungere con il suo romanzo e cosa ne pensano coloro che hanno già avuto l’opportunità di leggerlo.
Vi lasciamo allora alle sue parole e speriamo di incuriosirvi!
Parlaci di te e cosa ti ha portato alla scrittura di “Come l’acqua dal Toret”?
Ciao a tutti e grazie Veronica per avermi invitato. In realtà hai già detto abbastanza, cosa posso aggiungere…ho 45 anni, sono sposato con Giulia e abbiamo 3 figli. Ci siamo trasferiti da Torino a Utrecht nel 2017 per motivi di lavoro, anche se da circa 3 anni lavoro a Leiden quindi a differenza di prima che usavo la bici per andare al lavoro, ora ci vado in treno. Il che mi ha dato il tempo per scrivere questo libro. Ovviamente non basta solo avere il tempo, ma anche un bisogno che improvvisamente si è fatto largo dentro di me, mi ha portato alla scrittura di questo libro. A volte accadono allineamenti particolari che noi non possiamo controllare, semplicemente succedono: prendi il treno per andare al lavoro, leggi un libro che ti si ficca in testa, ripercorri la tua vita e ti chiedi perché alcune cose sono andate in quel modo, o se potevano andare diversamente, o se invece sono stati semplicemente una catena di eventi legati da un filo invisibile, anche quelli che apparentemente non c’entravano nulla, e invece…
Ci racconteresti in breve la trama del romanzo “Come l’acuqa dal Toret”?
Il romanzo parla di Emanuele, il protagonista del libro, che non sa ancora quanta invidia proverà per i Toret, le fontane torinesi verdi a forma di toro, dove l’acqua scorre in continuo sfogo. Ha solo 16 anni quando un pomeriggio del 20 luglio 1995 il telefono si intromette nella sua vita rivelando una notizia che frantuma la campana di vetro nella quale lui e la sua famiglia credevano di vivere. Come a volte capita, da un singolo evento ne scaturiscono molti altri, come in una reazione a catena, e i protagonisti non possono che assistere inermi agli eventi che derivano da quel giorno. Ognuno distante dall’altro cercano di sopravvivere. Giovanni, il padre, nel suo silenzio sembra gestire tutto senza mostrare quanto sia difficile non voltarsi indietro. Paola, la madre, sceglie, suo malgrado, di dimenticare ogni cosa. Marco, suo fratello, sparisce. Emanuele invece si perde in una realtà che assomiglia sempre più ai suoi incubi ricorrenti dentro i quali è intrappolato. Sino al giorno in cui riceve una lettera, che lo porterà verso la cima del monte Pelmo dove tutto è iniziato. Per liberarsi e ricominciare. Proprio come l’acqua dal Toret.
La particolarità è che il romanzo si svolge su tre periodi temporali che scorrono paralleli per tutto il romanzo e che accompagnano il lettore nella graduale scoperta degli avvenimenti e le loro connessioni, lasciando intravedere pian piano una luce sull’intera vicenda.
Qual’è la correlazione tra il protagonista e i Toret?
Ci sono più di 800 Toret nella città di Torino e sono riconoscibili perché sono verdi e con la testa di toro. La loro particolarità è che non c’è un pulsante per far uscire l’acqua, perché l’acqua scorre sempre, come sfogo per l’acquedotto torinese, per evitare ingorghi o ristagno dell’acqua e per fare in modo che l’acqua non usata non venga sprecata ma ritorni in circolo più purificata di prima. Il protagonista bambino dapprima li ama perché sono una fonte di ristoro alla fine di ogni partita di calcio ai giardinetti. Poi da grande li invidia perché fluiscono ipnotici con questa testa a forma di toro che sembra guardare proprio te, mentre lui non riesce a scorrere come vorrebbe, a liberarsi come dovrebbe, a ricominciare come potrebbe. In diversi passaggi del libro li guarda con invidia, in altri invece sente l’esigenza anche solo di fissarli in cerca di ispirazione, anche se attorno a lui in quel momento non ce ne sono. E poi ogni torinese ha il suo Toret di riferimento o magari ne sta cercando uno.
Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione per affrontare temi così profondi nel libro?
È un romanzo autobiografico, credo che tecnicamente ricada nei romanzi di formazione, ed è dalla mia storia che ho preso ispirazione per i temi del libro. Sono sempre in imbarazzo nel dire che si tratta di un romanzo autobiografico, infatti di solito è un informazione che tralascio, perché siamo abituati a leggere autobiografie di eroi, attori, sportivi, gente famosa; perciò, perché mai uno dovrebbe leggere la mia di storia? Per questo motivo prendo in prestito le parole di alcune persone che hanno avuto modo di leggere la versione non editata del libro e che hanno lasciato alcuni commenti che sono visibili a tutti sulla pagina web del libro. Qualcuno ha detto per esempio: “attraverso la sua vita, ho pensato alla mia”. Credo che gli spunti di riflessione o semplicemente gli avvenimenti in cui rispecchiarsi possano essere molteplici. Qualcun altro invece ha scritto: “ci permette di rileggere la nostra storia personale e le nostre modalità di far fronte alle difficoltà che la vita ci presenta”.
Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso “Come l’acuqa dal Toret”?
La vita non è semplice, non lo è quella di nessuno. E ci sono probabilmente infiniti modi di affrontare le prove che la vita ci pone davanti. Sicuramente chiudersi in sé stessi e pensare di risolvere le cose da soli non è una di quelle. Il protagonista nel libro ad un certo punto dice: “Tutti dovremmo imparare qualcosa dal Toret, lasciare scorrere le parole, proteggere la nostra mente da ingorghi, evitare che i sentimenti rimangano stagnanti nel nostro corpo”. Quando l’acqua scorre nuovi scenari diventano possibili e qualcosa di buono può nascere anche dalle cose brutte. Questo credo che sia il messaggio principale, poi come dice un altro commento al libro “Non so come vi parlerà questo romanzo. A ognuno lo farà in modo diverso, come tutti i libri”.
Qualcun altro, ironicamente, invece ha detto: “Sarà sicuramente una favola per bambini”, io dico che potrebbe essere una fiaba per adulti, e se anche solo una persona potesse trovare conforto, o stare meglio leggendo questo libro, sarà per me il successo più grande.
Qual è stato il momento più significativo durante il processo di scrittura per il tuo romanzo “Come l’acqua dal Toret”?
Come dicevo prima, ci sono allineamenti particolari che uno non può prevedere. Durante i miei primi spostamenti in treno tra Utrecht e Leiden stavo leggendo “tre piani” di Eshkol Nevo. Il primo piano è praticamente un monologo di Arnon che racconta come un fiume in piena i suoi tormenti e i suoi segreti al suo amico scrittore, senza lasciare che il suo interlocutore si intrometta o possa dire qualcosa, anzi è lui che gli mette le sue parole in bocca. Da qui è partito il mio modo di raccontare, come se dovessi sfogarmi di qualcosa, come se volessi liberarmi. Poi però finito di leggere “tre piani” ho cambiato tutta la struttura e non è più stato un lungo sfogo, ma ho diviso la mia storia in tre piani temporali e da lì sono partito a raccontare, organizzando tutti gli avvenimenti che mi sono successi in modo da svelarli piano piano, e man mano che passavano le pagine, mi rendevo conto della connessione tra di loro, anche con quelli, all’apparenza, più inutili. Hai presente il gioco della settimana enigmistica in cui devi unire i puntini. Ecco è stato proprio così. Comunque, la modalità della scrittura diretta, con i dialoghi senza virgolette e senza caporali l’ho tenuta, quindi non è un errore, è proprio il modo in cui ho voluto scrivere il romanzo.
In fine
Noi speriamo di avervi incuriositi e vi ricordiamo che se volete leggere un’anteprima e preordinare “Come l’acqua dal Toret” potete visitare il sito bookabook.it .
Su questa pagina troverete oltre all’anteprima anche una sezione commenti dove potrete leggere le opinioni di chi ha già letto il romanzo che potrebbero esservi utili per decidere se pre-ordinare il libro. Inoltre, siccome il libro sarà disponibile da dicembre, ordinando tre copie la spedizione è gratuita e vi permetterà di mettervi avanti con i regali di Natale!
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