E’ stata la chiesa cattolica romana di Vlaanderen ad annunciare tramite una lettera pubblica: “benediremo le coppie gay”. Si tratta di un servizio di preghiera, i primi al mondo a praticarlo saranno i vescovi fiamminghi. Una visione sicuramente in disaccordo con quella del vaticano che, nonostante i tanti passi fatti in avanti nella società, ancora proibisce tale rituale.

Il cardinale Josef de Kesef e i vescovi fiamminghi non hanno esitato di fronte alla richieste delle coppie gay di essere benedetti. Nella lettera affermano: “anche le coppie dello stesso sesso meritano tutto il nostro sostegno e apprezzamento”. La felicità che può scaturire da questa relazione sembra essere il punto importante. “Perché questa relazione può anche essere fonte di pace e di felicità condivisa per le persone coinvolte”. Sottolineano però i vescovi e il cardinale che tale benedizione non sarà la stessa di un matrimonio sacramentale tra uomo e donna.

Risale solo ad un anno fa l’annuncio del vaticano in cui affermava che tali pratiche violano la legge ecclesiastica. C’è solo una possibilità di benedire uomini e donne omosessuali per il vaticano, il patto è che si astengano dalle relazioni “non tradizionali”. Nonostante ciò, i vescovi fiamminghi si sono comunque detti “supportati” da Papa Francesco. Nel 2016, il Pontefice disse che ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale dovrebbe essere trattata con rispetto. Nel 2013, ancor prima, di fronte alla domanda sulle lobby gay il papa rispose semplicemente:«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?».

Il tutto rimane all’interno di un progetto più ampio di inclusione ed accettazione. I vescovi sanno quanto le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ possano sentirsi sole all’interno della chiesa. “Fa male quando sentono di non appartenere o di essere esclusi. Vogliono essere ascoltati e riconosciuti”, hanno scritto i vescovi.

La speranza è che, globalmente la chiesa lavori su di in un progetto inclusivo per i suoi credenti appartenenti la comunità LGBTQIA+ dando loro la possibilità di non rinunciare al culto e alla fede.

 

Commenti

commenti