L’uomo, 43enne, fuggito lo scorso sabato dalla clinica psichiatrica di Fivoor nella quale era ricoverato, è stato arrestato e riportato nella suddetta clinica.

Peter M. è stato sentenziato dal tribunale dell’Aia, ad un anno di cure in istituto a causa del suo comportamento aggressivo e disturbato e per aver scosso la popolazione con falsi allarmi bomba. L’uomo è considerato un pericolo per sé e per gli altri se non sotto l’effetto dei medicinali, che rifiutava di assumere.
La stessa madre di Peter M. ha dichiarato alla stampa che senza le sue medicine suo figlio non ha il controllo di sé stesso, rischiando di mettere in pericolo la vita di chi lo circonda.
La donna, per tutto il periodo di fuga del figlio, è stata protetta dalla polizia con la casa letteralmente blindata, siccome Peter era solito sfogare tutta la sua rabbia sulla madre, dice la sorella.

La sua foto è stata trasmessa su tutti i telegiornali, “se lo vedete non vi avvicinate, ma chiamate il 112 immediatamente”, ha detto la polizia. Nell’arco di una giornata, da mercoledì a giovedì, l’uomo è stato avvistato nella stazione ferroviaria di Breda, città a sud di Rotterdam. É proprio qui che viene arrestato e riportato nella clinica di Den Dolder.

Come riporta la sorella del paziente, l’uomo aveva già più volte espresso il desiderio di scappare da quella clinica: “Io non appartengo a questo luogo, non voglio stare qui, se avessi la possibilità fuggirei”. La direzione dell’istituto era già stata avvisata a tal proposito.

Una dettaglio un po’ ambiguo è che la clinica non ha avvisato nessuno della fuga dell’uomo. I residenti, le forze dell’ordine, il sindaco, l’hanno saputo tramite i telegiornali e le breaking news.
La sorella del paziente è stata molto delusa da come l’istituto si è mosso in tutta questa situazione, non hanno informato nessuno e lei stessa l’ha saputo solo quando la polizia si è presentata alla porta.
Mercoledì la clinica Fivoor non ha rilasciato dichiarazioni.

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