Il comune di Amsterdam ha deciso di ridurre il numero massimo di notti in cui una casa privata può essere affittata. La riduzione del 50% porta il numero massimo di notti da 60 a 30. L’ordinanza andrà in vigore dal primo gennaio 2019.

Parola al tribunale!

Una recente sentenza del tribunale ha consentito alla capitale dei Paesi Bassi di applicare una sostanziale riduzione del numero massimo di notti in cui un privato può affittare la sua proprietà. Il partito laburista ha addirittura richiesto il divieto di piattaforme di soggiorno temporaneo di tipo Airbnb.

Ivens, del partito socialista SP, condivide le preoccupazioni del partito laburista, ma non pensa che la città sia autorizzata a far rispettare tale divieto, per ora, commenta, il limite raggiunto è già di per sé un ottimo risultato. Nel 2013 si è contato un numero di circa 4.500 case disponibili per affitti brevi, anno in cui è iniziata l’elaborazione di una polizza di soggiorno temporanea aggiornata. Ad oggi, quel numero è aumentato di quasi cinque volte. Secondo il comune, Amsterdam ospita almeno 22 mila locazioni per le vacanze, e purtroppo almeno seimila di esse non seguono le regole della città relative alle quote di case, alle licenze di hotel e alle registrazioni di Bed and Breakfast.

Il ruolo di Airbnb: luci ed ombre

Il problema è diventato più urgente nel 2016 e nel 2017, poiché Amsterdam ha registrato un eclatante balzo dei prezzi delle case, in parte attribuito alla popolarità dell’affitto di stanze su Airbnb. La città sta lottando per fornire alloggi a prezzi accessibili a clienti con minore disponibilità economica, che possano competere con le offerte ovviamente più vantaggiose delle piattaforme il cui nome è in crescita negli ultimi anni.

L’impegno del comune

Il comune si sta impegnando in nuove costruzioni di case a prezzi più bassi, e persino nella ricerca di camere per le decine di migliaia di studenti che vivono l’incubo di cercare un alloggio nella capitale. Amsterdam ha anche attuato politiche pubbliche e uno sforzo di marketing per cercare di ridurre il sovraffollamento nel centro cittadino e nei distretti di De Pijp. La città ha anche approvato una regola che impone ai proprietari delle stanze, degli appartamenti e delle case di Amsterdam di registrarsi presso la città se hanno intenzione di affittarli per soggiorni temporanei su siti come Airbnb. In caso contrario, potrebbe portare a una multa di seimila euro. La regola è entrata in vigore il 1 ° gennaio.

Il nemico non è Airbnb

Con queste manovre non si mira al contrasto di Airbnb, che contribuisce, anzi, alla promozione turistica nei Paesi Bassi, piuttosto si intende colpire i soliti “furbetti” che tentano l’evasione fiscale a discapito del prossimo.  Amsterdam riscuote una tassa di soggiorno dagli annunci Airbnb, pari al 6% del prezzo di affitto e delle spese di pulizia. Questa percentuale sale al 6% nel 2018. Si prevede che il totale delle tasse turistiche aumenterà di nove milioni di euro l’anno prossimo.

Il turismo targato “Paesi Bassi”

Lo scorso anno un totale di 1,7 milioni di persone hanno affittato alloggi nei Paesi Bassi attraverso Airbnb, rispetto a 1,4 milioni nel 2016 e solo 75 mila nel 2012, ha annunciato la società. Quasi la metà degli affitti erano ad Amsterdam, secondi i rapporti NOS. Anche il numero di locazioni quotate sul sito è aumentato, passando da 31mila nel 2016 a 36mila l’anno scorso.

Circa il 19% degli ospiti di Airbnb proveniva dall’Olanda stessa, il resto erano visitatori stranieri.

Le città in crescita…

Amsterdam conta più della metà degli alloggi elencati con 19 mila unità e ha ospitato quasi la metà dei visitatori, circa 800 mila individui. Eppure la crescita più forte potrebbe in futuro interessare altre grandi città olandesi, e cioè località come Valkenburg nel Limburgo, Scharendijke in Zelanda, Augustinusga in Frisia e Tynaarlo in Drenthe, in cui l’afflusso turistico è più che raddoppiato nell’ultimo anno. Airbnb ha rivelato queste cifre in una lettera alla Tweede Kamer, la camera bassa del parlamento olandese, che il prossimo mercoledì discuterà anche riguardo la diffusione del turismo nei Paesi Bassi.

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