Edoardo Erba è un autore italiano che si occupa principalmente di scrittura teatrale. La sua drammaturgia comprende oltre trenta titoli, molti dei quali sono stati dei successi sia sulla scena italiana sia su quella internazionale.
Recentemente Edoardo (con cui abbiamo deciso di darci del tu) si è cimentato in un nuovo tipo di scrittura, quella narrativa. Infatti in forma del tutto inedita si è dedicato alla scrittura del suo primo romanzo: “Ami” edito da Mondadori. In occasione della presentazione del libro che ci sarà ad Amsterdam il 13 Ottobre abbiamo deciso di fargli qualche domanda sul suo nuovo libro.
Ecco alcuni parti dell’intervista.
La scrittura
“Potremmo dire che il teatro è un grattacielo mentre la narrativa è un paesaggio orizzontale.”
Infatti Edoardo Erba ha sempre pensato di essere, come dice lui, “un tipo da grattacieli”. Ci racconta di aver sempre pensato che la scrittura narrativa non fosse congeniale alla sua natura.
“Il teatro ha una scrittura verticale, che tende a evolversi rapidamente, mentre la narrativa è modo di scrivere orizzontale e vanta una trasformazione molto più lenta. Credevo di non essere adatto a questa scrittura ma per raccontare questa storia era necessario percorrere una strada nuova.”
Edoardo racconta infatti che fin da subito ha capito che questa storia necessitava di un modo di scrittura diverso. Doveva essere una lenta trasformazione, un percorso graduale che racconta la vita della protagonista.
Parlando di Ami l’autore ci dice che “è un lungo monologo, di circa 250 pagine. La protagonista è una donna e ci parla in prima persona. Seguiamo la sua vita da quando ha quattordici anni fino alla sua età più matura.”
Carriera
“All’inizio mi occupavo di fare anche la regia. Non mi conosceva nessuno, nessuno faceva la regia per me e dovevo per forza fare da solo. Poi con il tempo ho acquisito una certa notorietà e ho pensato perché devo rovinare le mie stesse opere con le mie regie quando ci sono persone che sanno fare questo lavoro molto meglio di me?”
L’autore parla di alcune collaborazioni come splendide e arricchenti dal punto di vista umano, non solo da quello lavorativo. In teatro è necessario collaborare, deve esistere un rapporto di fiducia tra regista e autore, in maniera che l’opera sia una vera e propria una coesione tra scrittura e messa in scena.
Insegnamento
“Prima di dedicarmi completamente alla scrittura, insegnavo. Se devo essere sincero, non mi piaceva per niente. Non mi ritrovavo nel ruolo ma ero davvero giovane e fortunatamente ho deciso di abbandonare quella strada. Ora, dopo tanti anni, ho ricominciato a insegnare, però insegno il mio mestiere e questo dettaglio fa la differenza.”
Edoardo attualmente è docente di Scrittura per la Scena all’Università di Pavia, e di Teatro all’Accadema Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Racconta di aver ritrovato passione nel mestiere dell’insegnante in quanto si dedica principalmente a insegnare la sua passione, il suo mestiere.
Concludendo l’intervista, Edoardo ci lascia con un piccolo consiglio, che voleva essere un aiuto per aspiranti scrittori ma si rivela un suggerimento adatto a tutti:
“Consiglio di partire da un’abilità e lavorare su quella. Quando uno è abile allora entra gioco il cuore e la resistenza, la voglia di fare e di mettersi in gioco. Se ci sono questi presupposti, allora i risultati arriveranno sicuramente.”