I Paesi Bassi sono considerati all’avanguardia per le tematiche di emancipazione femminile. Le donne qui sembrano davvero essere padrone della propria vita, libere di scegliere cosa sia più opportuno, soprattutto quando si tratta del proprio corpo. La Patria dei tulipani si conferma, infatti, un’eccezione in Europa per i progressi fatti in ambito legislativo e culturale in merito alla delicata tematica dell’ aborto.
Le motivazioni che spingono una donna ad intraprendere il difficile cammino, fisico e psicologico, dell’interruzione di gravidanza, sono di varia natura, oltre che insindacabili e strettamente personali. Nel 2019, dovrebbe essere garantito il diritto a compiere un passo del genere in maniera serena, per quanto possibile, o comunque sicura dal punto di vista medico. Chi sperimenta esperienze simili dovrebbe avere la garanzia di essere supportata da team di professionisti e di avere alle spalle un assetto giuridico adatto a tutelarla in ogni fase del processo. Purtroppo, quasi in nessuna zona nel mondo si verificano tali prospettive: sono molti i Paesi, Italia in primis, in cui le modalità di trattamento della pratica risultano ancora essere arretrate. Tra obiettori di coscienza e gravi lacune normative, l’aborto nel nostro Paese è ancora considerato un tabù.
Discorso a parte per l’Olanda, dove il movimento femminista ha radici molto più antiche rispetto al resto del continente. Sono state varie le battaglie condotte nel corso degli anni, da attiviste e non, che hanno portato all’inizio di un processo di sviluppo sociale ancora in atto. Verso la metà degli anni Sessanta, il fertile panorama generale abbondava di occasioni di confronto e dibattito. Dall’aborto si arrivò ad interrogarsi su tematiche correlate, quali: l’introduzione degli anticoncezionali orali (la pillola) , la sterilizzazione che aveva reso possibile la pianificazione familiare e il cambiamento di opinione rispetto alla sessualità. Tutto ciò, unito al decrescente influsso delle chiese e alla legalizzazione dell’aborto nella vicina Gran Bretagna, rese possibile un cambiamento politico che portò, nel Novembre del 1984, all’entrata in vigore della legge dello stato olandese sull’interruzione di gravidanza.
Cosa dice la legge
Se fino ad allora tale azione veniva considerata un crimine contro l’umanità, successivamente, le donne e i medici divennero congiuntamente responsabili del processo decisionale. In particolare, l’intervento abortivo è previsto e tutelato fino a 24 settimane di gestazione (22 nella pratica per essere sicuri di rientrare nei tempi) e fra il primo colloquio con il medico e lo step finale si è tenuti a rispettare un intervallo di cinque giorni, considerato come periodo di riflessione. Inoltre, per le donne residenti nei Paesi Bassi il tutto è completamente gratuito, così come sono a costo zero i contraccettivi. La totale apertura sul delicato argomento ha reso la nazione una meta per chi sceglie di intraprendere questo cammino. A tal proposito sono nate varie associazioni di volontarie, come l’ Abortion Network di Amsterdam, che si occupano di fare da ponte ed aiutare in maniera logistica e, se possibile, economica, chi si reca in Olanda per concludere una gravidanza indesiderata.
Il dato che stupisce rivela che proprio in The Netherlands è presente uno tra i più bassi tassi di abortività. Ciò è dovuto ad una meritevole campagna di sensibilizzazione condotta negli anni, indirizzata ai bambini a partire dalla scuola primaria che vide anche la nascita di centri di pianificazione familiare. In più, il costante supporto dello Stato, tramite l’inclusione del contraccettivi nell’assistenza sanitaria primaria, ha ridotto significativamente il bisogno di ricorrere alla pratica in sé.
Attualmente sono presenti nei Paesi Bassi 108 ospedali e 17 cliniche abilitate. L’auspicio è che i vicini europei possano prendere spunto da tale esempio di civiltà. Garantire l’aborto sicuro e gratuito non significa essere promotori della pratica, ma appoggiare le libere scelte delle donne, salvandole da alternative secondarie che si rivelano, il più delle volte, gravemente rischiose.