La macchina sarà diretta vero l’isola di plastica presente nel pacifico: il Great Pacific Garbage Patch, dove raccoglierà tonnellate di rifiuti plastici, accumulati dalle correnti oceaniche.

La grande missione di Boyan Slat, di pulire gli oceani dalla plastica, è finalmente diventata realtà, ne abbiamo parlato quiLo studente olandese ha fondato la ong Ocean Cleanup e ha progettato un macchina per raccogliere i rifiuti di plastica dal mare, sfruttando le correnti oceaniche. Dopo aver testato il suo progetto e aver raccolto i fondi necessari per la realizzazione del macchinario, Slat è pronto a mettere alla prova la Ocean Array CleanupEntro poche settimane la macchina salperà da San Francisco, verso l’isola di plastica che galleggia nell’oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii.

“La pulizia degli oceani del mondo è dietro l’angolo”, ha dichiarato Boyan Slat.

Come funziona l’Ocean Array Cleanup

La macchina sfrutta le correnti marine per indirizzare i rifiuti, che compongono l’isola di plastica, verso delle apposite piattaforme. Il progetto prevede l’utilizzo di una catena di barriere galleggianti, senza reti e lunghe due chilometri, che poste in favore di corrente, indirizzeranno i rifiuti verso la parte centrale. Una volta al mese una barca raccoglierà i rifiuti accumulati all’interno della macchina.

Le forze che spostano la plastica sono le stesse che muovono i sistemi di pulizia, in altre parole, dove va la plastica, vanno automaticamente anche i sistemi di pulizia”, si legge sul sito della Ocean Cleanup.

L’obiettivo di Boyan Slat è di raccogliere circa 5mila chili di plastica durante il primo mese di funzionamento e di smaltire entro cinque anni almeno, la metà del Great Pacific Garbage Patch. La macchina non ha bisogno di fonti di energia esterne per funzionare. Tutto il suo lavoro si basa sulle correnti marine e sull’ energia solare, per cui la Ocean Array Cleanup ha un impatto ambientale pari a zero. Inoltre, non rappresenterà un problema per gli animali marini.

Questa missione sarà solamente una prova prima di estendere il progetto: infatti, l’obiettivo è quello di installare sessanta piattaforme galleggianti in varie aree del pianeta, entro il 2020.

Great pacific garbage patch

L’isola di plastica è un accumulo di spazzatura galleggiante, la sua superficie è maggiore di quelle di Francia, Germania e Spagna ed è composta da più di 79mila tonnellate di plastica. “La maggior parte dei detriti è di grandi dimensioni – ha affermato Boyan Slat. – Si tratta di una bomba ad orologeria perché tutti questi grandi oggetti si trasformeranno in microdetriti nelle prossime decadi se non agiamo”.

Prevenzione

La Ocean Cleanup prevede di autofinanziarsi grazie alla vendita della plastica oceanica, mediante l’aiuto di alcuni brand, famosi in tutto il mondo. La pulizia degli oceani, per quanto efficace, da sola non può bastare. “Dobbiamo pulire, ma dobbiamo anche prevenire che la plastica entri negli oceani. Meglio riciclare, meglio usare questi materiali in creazioni di design e regolamentare questi rifiuti. Abbiamo bisogno di combinare queste soluzioni”, ha dichiarato Boyan Slat.

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