La vittoria di Tom Dumoulin al Giro d’Italia ha regalato all’Olanda una gioia mai provata prima: non era mai successo, infatti, che un suddito della casata d’Oranje ritornasse dal Bel Paese con la maglia rosa ancora addosso. E non si tratta di una vittoria banale, perché l’Olanda, si sa, è il regno delle biciclette e la passione per le due ruote, da queste parti, è una cosa seria
Una bicicletta a testa
Una bici per abitante significa circa 19 milioni di biciclette sparse per tutta l’Olanda. Di queste, trecento mila si trovano nella sola Utrecht. Per fare un rapido confronto, in Italia nel 2011 ne circolavano a malapena un milione e 750 mila che si traduce in una bici ogni trentacinque abitanti. In Olanda, al contrario di quanto avviene nella maggior parte della città italiane, la bicicletta è un mezzo utilizzato per tutto: non solo per muoversi semplicemente da un punto all’altro, ma anche per trasportare ogni tipo di oggetto. Non deve risultare quindi assurdo vedere biciclette cariche di qualsiasi cosa: una coppia di sedie, un armadietto, ma anche lampade e persino l’attrezzatura sportiva trovano comodamente posto tra la canna e il manubrio. Se la bici è così carica, i bambini sono costretti a scivolare nei posti dietro: sulla ruota posteriore, infatti, viene attaccato un piccolo carrellino adibito proprio al trasporto dei bimbi. Insomma, letta così, sembra proprio che l’Olanda e l’Italia si trovino agli antipodi per quanto riguarda l’amore per le due ruote. Eppure nella Penisola ogni anno, dal 1909, si tiene una delle gare di ciclismo più importanti del mondo che solo due guerre mondiali sono riuscite a fermare: il Giro d’Italia.
Un’unica passione per la bicicletta
Giunta alla sua edizione numero 100, la corsa rosa organizzata dalla Gazzetta dello Sport, ha trovato un nuovo vincitore in Tom Dumoulin. Il ventiseienne originario di Maastricht ha regalato ai Paesi Bassi la loro prima vittoria al Giro. Un evento che non poteva di certo passare inosservato nel Paese che, come detto, più di tutti ha investito in questo mezzo di trasporto e nel quale, dando una rapida occhiata agli scaffali dei negozi dedicati alle riviste, si scrive e si legge tantissimo proprio sulla gara che si disputa ogni mese di maggio attraverso le strade italiane. Insomma, Italia e Olanda, pur in maniera diversa, sono unite dalla passione per la bicicletta: “Per questo ho deciso di aprire un negozio dedicato ai completi da ciclismo prodotti in Italia qui a Utrecht – spiega Moniek van der Velden, titolare di ActualBikeWear – perché sono quelli che si vedono in televisione: quei colori e quelle scritte danno l’illusione agli appassionati di apparire come dei veri professionisti”.
In fondo, Moniek sa qual è l’outfit perfetto dell’aspirante ciclista: “Bici olandese, casco tedesco, guanti svedesi e, naturalmente, tuta Made in Italy”. La tradizione ciclistica italiana, insomma, non passa proprio inosservata da queste parti: “L’anno scorso la gara è partita proprio dall’Olanda – prosegue – io ero ad Apeldoorn (dove, tra l’altro, vinse proprio Dumoulin, ndr) ed è stata una vera festa alla quale hanno partecipato tantissime persone”.
Ci sono voluti cent’anni e tante ore passate a tifare davanti a uno schermo, ma alla fine la fedeltà olandese è stata premiata: la vittoria di Dumoulin ha permesso di portare una sfumatura rosa nel Paese “arancione”.