La banca di Amsterdam (o Wisselbank), esistita dal 1609 al 1820, è considerata un precursore della moderna banca centrale. Essa fu di fondamentale importanza sia per il contributo che diede all’ascesa dell’economia e del commercio olandese, sia per il ruolo che essa ebbe come ancora del sistema finanziario europeo, consolidando il ruolo di Amsterdam come “Wall Street del XVII secolo”.
- Le origini della banca
L’origine della Wisselbank fu una diretta conseguenza della situazione economica del tempo. La Repubblica delle Sette Province Unite era un’economia aperta basata principalmente sul commercio. Gli olandesi erano conosciuti come i “trasportatori d’Europa”, rappresentando un ponte tra i paesi baltici e l’Europa meridionale.
Amsterdam, in particolare, è stato il principale centro del commercio e della finanza internazionale, soprattutto durante il periodo comunemente conosciuto come “secolo d’oro”, che coincide su per giù con il XVII secolo.
Tuttavia ciò ebbe delle conseguenze sull’economia olandese:
1) Poiché la Repubblica olandese era un economia piccola e aperta, doveva far fronte a molte valute estere che entravano nel paese. Complice il fatto che lo stato, e la città di Amsterdam sopratutto, diventava sempre di più un polo attrattivo.
2) Il paese doveva inoltre far fronte al c.d. “ritaglio delle monete”. Le persone tagliavano l’oro e l’argento dalle monete rendendole più piccole, e il ricavato dei metalli veniva utilizzato per fare nuove monete. Ciò aveva l’effetto di svalutare la moneta con conseguenti effetti inflattivi per l’economia.
La svalutazione era il problema monetario principale che affliggeva la Repubblica, e solo dopo una serie di tentativi, in parte fallimentari, il consiglio comunale di Amsterdam riuscì a raggiungere in parte l’obbiettivo di far fronte alla svalutazione monetaria istituendo una banca di cambio nel 1609.
- La banca
L’aspetto chiave dell’Amsterdamsche Wisselbank, letteralmente l’Amsterdam Exchange Bank (più comunemente conosciuta come la Bank of Amsterdam), era che qualsiasi deposito di monete veniva valutato dalla banca esclusivamente in base al loro valore intrinseco dato dal contenuto di metallo.
Un commerciante depositava le proprie monete presso la banca, il banchiere ne determinava il valore, e accreditava sul conto del commerciante la stessa quantità di denaro bancario (il fiorino bancario). Il vantaggio per i commercianti risiedeva nella maggiore sicurezza e facilità di questo sistema. Un esempio: uno scambio di 600 fiorini richiedeva circa 9 Kg d’argento. In questo modo invece, due commercianti potevano effettuare una transizione direttamente tramite la banca.
Questo sistema all’epoca, consentì al fiorino bancario di diventare la valuta più utilizzata al mondo e rese la banca di Amsterdam un successo fin dall’inizio della sua fondazione.
Per dare qualche numero: agli inizi la banca aprì circa 730 conti, mentre intorno 1720, la banca raggiunse il suo apice amministrando quasi 3.000 conti per i commercianti di tutta l’Europa.
- Perché oggi è così importante sebbene non esista più?
Molti studiosi considerano la banca di Amsterdam il predecessore della moderna banca centrale.
Vi erano sicuramente degli aspetti differenti, come non gestire ufficialmente l’offerta di moneta, non prestava soldi alle banche private, non rappresentava un prestatore di ultima istanza, e così via…
Ma è innegabile come alcuni aspetti della banca si siano poi tramandati nel secoli successivi fungendo da modello per le future banche. Alcuni di essi riguardano: la stabilità del fiorino bancario, che ha consentito alla moneta di diventare la principale valuta di riserva nazionale; l’introduzione di mezzi di scambio simili all’odierna carta moneta garantiti dall’oro che le hanno, in qualche modo, consentito di avere un certo controllo sull’offerta di moneta in città; etc…
Tuttavia, la Banca di Amsterdam non ha mai raggiunto del tutto il suo obiettivo originario di porre fine al caos valutario della città. Questo ed altri eventi, saranno tra le cause del suo fallimento.
- Per quale ragione è fallita?
La ragione principale risiede nei prestiti sempre maggiori che la banca concedeva. In particolare i presiti alla VOC (Compagnia Olandese delle Indie Orientali).
La Compagnia era governata dalle persone più ricche della città che erano anche gli stessi che governavano la Banca di Amsterdam, il che portò a diversi conflitti di interesse. I prestiti alla VOC iniziarono su base piccola e temporanea, ma poi in seguito la situazione cambiò.
I prestiti alla Compagnia assunsero carattere permanente nel 1682, quando alla Società fu concessa una linea di credito continuativa di 1,7 milioni di fiorini. Nel 1698, questo importo è stato aumentato a 3,2 milioni. Nel XVIII secolo, la banca divenne un’importante ancora di salvezza per la VOC, che iniziò un periodo turbolento per una serie di motivi, principalmente a causa dell’aumento della concorrenza e della gestione incompetente.
La banca possedeva sempre meno liquidità, e ciò fece crollare la fiducia in questa istituzione.
Anche la centralità dei Paesi Bassi (e di Amsterdam) volgeva al tramonto. Ciò coincise con le crescenti battaglie contro l’Inghilterra, che di li a poco emergerà come nuova potenza mondiale.
Il fiorino bancario olandese mantenne comunque uno status globale di valuta di riferimento fino al XIX secolo. Posizione, che è stata in seguito occupata dalla sterlina britannica e, più tardi, dal dollaro americano.
Nonostante ciò, la Banca continuerà ad esistere fino al 1820. In seguito, il suo ruolo fu rilevato dalla “De Nederlandsche Bank”, l’odierna Banca Centrale olandese.
Manuela Santi.
Fonti: A Concise Financial History of Europe ; An Economic Explanation of the Early bank of Amsterdam, Debasement, Bills of Exchange, and the Emergence of the First Central Bank; Exchange History NL.