Noi del team di ItalianRadio abbiamo avuto l’onore di intervistare il giornalista olandese Maarten Van Aalderen:  corrispondente del quotidiano De Telegraaf dal 1996, autore di libri (“Il bello dell’Italia” e “Talenti d’Italia”) e  attuale presidente dell’Associazione della stampa estera italiana.

Un nederlandese che da più di 32 anni vive in Italia, a Roma, e racconta il nostro Paese al grande pubblico dei Paesi Bassi, ma anche un italiano, di adozione, che cerca di far comprendere a noi Italiani che fortuna abbiamo avuto nel nascere nel nostro Belpaese.

Come descriveresti il tuo rapporto con l’Italia?

 Vivo in Italia, a Roma, da più di 30 anni ormai e posso affermare che qui mi sono sempre trovato bene. Per il momento non ho alcuna intenzione di rientrare nei Paesi Bassi!

Com’è raccontare l’Italia agli olandesi? 

Sono molto appassionato del mio lavoro: essere un giornalista ti permette ogni giorno di parlare di un argomento diverso, dal dedicarsi alla cronaca ai reportage di approfondimento.  Non vi è spazio per la monotonia! 

Che idea hanno gli olandesi dell’Italia?

L’Italia viene vista dagli olandesi, innanzitutto, come un simbolo del buon vivere: la dolcevita, il mangiare bene, la moda, l’arte, la cultura e i bei paesaggi.

Dall’altro lato, invece,  si lega all’immagine dell’Italia la malavita e la criminalità organizzata. Questa percezione negativa, però, negli ultimi anni sta cambiando: con l’aumento dei crimini commessi dalla mafia olandese nei Paesi Bassi. A causa di questo, anche  i nederlandesi si sono iniziati a rendere conto di quanto sia difficile estirpare e controllare questo fenomeno. 

Così, la lotta Antimafia, portata avanti negli ultimi decenni dalle forze dell’ordine e il sistema giudiziario italiano, è divenuta un esempio per il mio Paese. 

In quanto attuale Presidente della Stampa Estera Italiana, quanto, secondo lei, è importante l’esistenza di questa associazione e la presenza di corrispondenti stranieri nel nostro Paese? 

Noi corrispondenti svolgiamo un ruolo fondamentale nel raccontare l’Italia all’estero. Se una persona pensa in grande deve per forza passare attraverso la stampa estera per avere successo. Da ciò ne consegue che sono molteplici gli enti nazionali e non, le organizzazioni e le aziende che ci contattano per la promozione di eventi, del turismo e del lancio di nuovi prodotti a livello internazionale. 

Ricollegandoci al suo libro “Talenti d’Italia“, dove lei racconta l’esperienza di tanti giovani italiani che hanno deciso di restare nel nostro Paese, perché secondo lei tanti ragazzi decidono di abbandonare l’Italia?

Con il libro “Talenti d’Italia” ho cercato di dare voce alle storie di successo di alcuni giovani che hanno deciso di restare, affinché queste potessero essere d’esempio e d’ispirazioni per tanti altri ragazzi italiani. E’ una sconfitta per l’Italia avere più di 100.000 cervelli in fuga all’anno che partono a causa delle poche possibilità di lavoro e di un futuro incerto.

In Olanda siamo abituati a vedere l’esperienza all’estero  come qualcosa di positivo, che aiuta ad aprire i propri orizzonti; è triste che in un Paese i giovani siano costretti a lasciare la propria terra per una vita migliore e non per piacere. Ma vi è speranza: tanti ragazzi lottano ogni giorno per costruirsi un futuro in Italia. 

Infine, secondo lei, qual è l’immagine che gli italiani hanno del proprio Paese?

Gli italiani sono dei disfattisti: riescono a vedere sempre e solo le cose negative del proprio Paese, senza rendersi conto di quanto esso ha da offrire. Sono portati a credere che l’estero sia un Paradiso, ma bisognerebbe comprendere  che ogni Stato ha un lato sia positivo che negativo.

MARTINA PIA PICARIELLO

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