Questo articolo, del 22 Giugno 2012, é stato recuperato dal blog “Amsterdam secondo me” *

Spesso, passeggiando per una città, guardiamo per aria, oppure ad altezza uomo, per cui ci perdiamo il variegato mondo di ciò che accade sui marciapiedi o sull’acciottolato delle piazzette. A volte però scriviamo al cellulare, cambiamo la canzone nell’I-pod o, come faccio io, leggiamo mentre camminiamo pregando di non ribaltarci su qualche carrozzina o su quelle motorette a tre ruote per le vecchie con il carrello della spesa incorporato, macchine di terrore per i passanti, che trasformano anche la più cordiale delle nonne olandesi (o turche) in una easy rider che neanche gli omaccioni sulle Harley Davidson.

In queste occasioni, in cui lo sguardo si abbassa e vede il mondo di sotto, quello dei piedi e dei bambini, può accadere di scorgere gli oggetti più stravaganti e fuori posto: carte da gioco (molte, moltissime!); guanti, bavaglie, calzini piccoli, ciucci, tutto in numero di uno, che l’altro compagno speculare è ancora attaccato al padrone; soldi se ci va bene, merde di cane se ci va male; carte, cartacce, cartonzole; disegni a gessetto, rimasugli del “Bezet” del Koniginnendag, sbiaditi ma che ancora persistono, che chi li ha fatti voleva essere sicuro di trovare il posto.

Alcuni di voi, in questi attimi di sguardi in basso, avranno notato per Amsterdam delle mattonelle con delle coccinelle cicciose, che spiccano nel grigio-ocra delle pietre dei marciapiedi e delle piazze. 

Sono sparse un po’ ovunque in città, senza un ordine logico apparente. Si trovano, se notate bene, in luoghi un poco appartati, magari dove i muri fanno angolo, che non si può scappare. Oppure vicino alle scuole o alle fermate dei mezzi pubblici.

Non si tratta di un artista di strada, di un Banksy olandese con la passione delle coccinelle, che qui si dice lieveheersbeestje, che credo voglia dire le amorevoli bestioline del Signore.

In quel luogo, su quel pezzetto di marciapiede, molto probabilmente, poco tempo prima qualcuno è stato picchiato brutalmente, ha subito atti pesanti di bullismo, oppure, è morto in seguito ad un episodio di zinloos geweld, ovvero violenza insensata, gratuita.

Questo termine è stato introdotto ufficialmente nella sua accezione contemporanea nel 1999, dal Nederlandse Ministerie van Justitie e vuole definire quegli atti di violenza in luoghi pubblici che sembrano non avere moventi ed hanno in comune il modo arbitrario con cui viene scelta la vittima.

Alla fine degli anni ’90 nei Paesi Bassi questo concetto divenne molto popolare ed i media gli dettero ampio spazio, soprattutto a partire dall’omicidio di Meindert Tjoelker nel 1997, un uomo deceduto in seguito ad una rissa dettata dai futili motivi e dall’abuso di alcolici. Lo sdegno dell’opinione pubblica olandese per questa tragedia portò alla nascita di diverse iniziative ed associazioni, tra cui la Landelijk Stichting Tegen Zinloos Geweld (Fondazione Nazionale Contro la Violenza Insensata), che come simbolo ha una coccinella.

Quindi, se venite ad Amsterdam, o in una qualsiasi altra città dei Paesi Bassi e trovate una coccinella incastonata in un marciapiede o in un muro, significa che in quel luogo c’è stato un atto di violenza, che vuole essere esorcizzato con l’immagine di un animale gentile e leggero.

 

E’ anche, a mio avviso, la firma di un popolo che si dichiara spesso pacifico, anche se la sua storia insegna diversamente. Però ci provano e, come funziona qui, ci tengono a ricordare e a far riflettere con il ricordo. Oltre che a trovare una soluzione comune e mantenere buoni rapporti di vicinato. Un lato positivo di quella socializzazione a tutti  i costi a cui tanto faccio fatica ad abituarmi.

Un gesto ingenuo, quasi infantile, che ti capita sotto alle scarpe ma che sono sicuro che, ora che ne conoscete il significato, vi farà guardare le coccinelle di Amsterdam con occhi diversi.

 

*”Amsterdam secondo me” é stato il blog piú seguito dagli Italiani nei Paesi Bassi fino al 2015. L’autore, il trentino Marco Alf (nome d’arte), ha pubblicato centinaia di articoli utilizzando il suo particolare punto di vista sarcastico – a tratti simpaticamente irriverente – e poetico allo stesso tempo. Con il consenso dell’autore abbiamo recuperato alcuni articoli che riteniamo ancora attuali ed interessanti.

Potete seguire Marco Alf nel suo nuovo progetto instagram: @alf_in_trouble

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