Sotto la banchina di Westerdok ad Amsterdam la prima barriera al mondo fatta di bolle sta silenziosamente catturando i rifiuti di plastica prima che raggiungano l’oceano. Sulla punta dello storico quartiere dei canali di Amsterdam, le autorità olandesi e una start-up innovativa hanno lanciato un esperimento per cercare di ripulire i corsi d’acqua dai suoi rifiuti nascosti.
Great Bubble Barrier
La Great Bubble Barrier, lanciata giovedì ad Amsterdam, è una sorta di tubo forato che corre lungo il fondo del canale. L’aria compressa viene pompata attraverso il tubo e sale come una cortina di bolle. Grazie al posizionamento diagonale e alla corrente fluviale, le bolle spingono i rifiuti verso l’alto in direzione di una piccola piattaforma galleggiante.
Il progetto sarà attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ed è stato commissionato per tre anni. “Questo è il primo progetto che impedisce alla plastica di finire nel mare” afferma Francis Zoet, cofondatrice della start-up di The Great Bubble Barrier.
La necessità
Secondo le autorità idriche regionali Amstel, Gooi e Vecht – uno dei partner del progetto – cinque navi spazzatura ad Amsterdam rimuovono circa 3.500 kg di rifiuti al giorno e ogni anno eliminano 42.000 kg di plastica. Ma anche così non è abbastanza. La preoccupazione è che piccoli oggetti e materie plastiche sul fondo dell’acqua scivolino semplicemente attraverso la rete. Utilizzando invece la “barriera di bolle” si impedirebbe ai rifiuti di raggiungere direttamente le acque del mare.
“La plastica nell’acqua sta diventando un problema crescente e ha profondi effetti sulla qualità dell’acqua e quindi su tutto ciò che vive dentro o vicino all’acqua”, ha dichiarato Sander Mager, membro del consiglio di amministrazione al momento del lancio. “Questo è esattamente il motivo per cui è importante che il consiglio di gestione delle risorse idriche collabori intensamente con gli altri per prendere posizione contro questo problema socialmente urgente.”
L’idea
Francis Zoet, Saskia Studer, Anne Marieke Eveleens e Philip Ehrhorn sono i co-fondatori di questa start-up. Spiegano che l’idea nasce dalla necessità di fare qualcosa di concreto prima ancora che la plastica raggiunga il mare. La Great Bubble Barrier è una soluzione per evitare che rifiuti nascosti o microplastiche raggiungano le acque del mare.
Questo sicuramente è un passo nella direzione di acque più pulite ma come ricorda il team di Great Bubble Barrier per ridurre i rifiuti è necessaria più di una pulizia: “Bisogna introdurre un cambiamento sistemico, dobbiamo iniziare ad utilizzare meno materie plastiche monouso e dare spazio ai materiali riciclabili. Per farlo occorre l’impegno di tutti, nessuno escluso.”
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